Prima della Grande Guerra, Trieste ha vissuto un periodo di grande sviluppo, edilizio, artistico e culturale, che è stato rappresentato ampiamente nella mostra "La Grande Trieste - Ritratto di una città" aperta a cura del Comune nel Salone degli Incanti (ex Pescheria) nella primavera 2015. L'eredità di quella mostra, che si basava essenzialmente sul ricchissimo patrimonio fotografico civico, si può trovare in questo sito curato da Maria Masau Dan, Claudia Morgan e Adriana Casertano.
Un percorso fotografico lungo oltre cent’anni, scandito sia dagli eventi che hanno collocato la città di Trieste al centro dello scenario internazionale, sia dalle tappe del suo sviluppo economico, demografico, sociale e culturale. Una lunga storia vista attraverso il filtro privilegiato della famiglia Wulz, che per più di un secolo gestì l’omonimo atelier fotografico triestino.
È Fotografia Wulz. Trieste, la famiglia, l’atelier, la bella mostra curata da Antonio Giusa e Federica Muzzarelli e aperta dal 14 dicembre 2024 al 27 aprile 2025. In questo video un'utile documentazione dell'iniziativa.
Organizzata dall’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Fondazione Alinari di Firenze, l’esposizione presenta una selezione storica e critica dell’archivio dello Studio fotografico Wulz di Trieste (1868-1981), uno tra i più importanti complessi archivistici conservati oggi negli Archivi Alinari, divenuti patrimonio pubblico grazie all’acquisizione della Regione Toscana che li ha affidati alla Fondazione Alinari per la Fotografia.
Adriana Casertano
A Barcellona, nella piccola plaça Isidre Nonell – in realtà un cul-de-sac, a pochi passi dall’edificio razionalista del Collegio degli Architetti, quello coi graffiti di Picasso, e quasi di fronte alla Cattedrale, nel pieno centro del quartiere gotico dunque – sul muro antico che chiude il giardino di una casa privata, e da cui spuntano un eucalipto, un cipresso e una palma, si trova inaspettatamente una delle opere d’arte più instagrammabili della città.
Si tratta di El món neix en cada besada (Il mondo nasce in ogni bacio) del fotografo catalano Joan Fontcuberta, uno spettacolare murale fotografico di grandi dimensioni – 3,80 metri per 8 – che raffigura un bacio. (Fig. 1)
Adriana Casertano
Nel 2023 si è tenuta a Lipsia una grande mostra internazionale, Dimensions. Digital Art since 1859, from the pioneers to the contemporary avant-garde, che ha fatto il punto sull’arte digitale. Vi erano esposte sessanta opere provenienti da vari media e paesi, scelte perché rappresentative di quello che, a quasi settantacinque anni dalla nascita, già è definito “classicismo digitale”. Tra esse spiccava una piccola statuetta in scagliola bianca, inequivocabilmente ottocentesca, che spiegava quella strana data, “1859”, nel titolo della mostra (fig. 1 e 2).
Era l’autoritratto in fotoscultura di François Willème, ideatore di quella tecnica ottocentesca, considerata dai curatori della mostra come la prima applicazione di arte digitale, dove la digitalità risiede nel suo particolare procedimento di assumere un certo numero di fotografie secondo valori discreti, cioè segmentate ogni 15° in uno spazio circolare. Un procedimento molto simile all’attuale scansione per la stampa 3D.
Adriana Casertano
In queste giornate di aprile, dalla scenografica Piazza dell’Unità di Trieste, tra il mare azzurrissimo e il bianco delle architetture asburgiche, v’invito a entrare nella Sala comunale d’arte, al pianoterra del Palazzo del Municipio, e a immergervi nel fascino della fotografia stenopeica. Sarà una rivelazione. Perché a nessuno verrebbe in mente che una scatola di cartone senza (quasi) nulla dentro, possa trasformarsi in una macchina fotografica capace di produrre immagini. Ho scritto “scatola di cartone”, ma avrei potuto scrivere un panino (Paolo Gioli, Pane stenopeica camera con carta sensibile, 1975), o una mano stretta a pugno (Paolo Gioli, Pugno contro me stesso, 1989), o addirittura il WC di un treno (Steven Pippin, The Continued Saga, 1993).
di Adriana Casertano
5 aprile 2024. Nel Regno Unito domenica 10 marzo 2024 si celebra la “Festa della mamma” e la principessa Kate Middleton, per l’occasione, diffonde una bella immagine di se stessa con i suoi bambini, accompagnata da un messaggio di auguri da parte del marito. Foto ripresa da tutte le principali testate internazionali perché la curiosità del pubblico è grande: la principessa non si fa fotografare da mesi a causa del suo stato di salute.
Dopo qualche ora, diverse agenzie di stampa molto autorevoli rimuovono la foto dai propri archivi fotografici, quelli da cui attingono i giornali di tutto il mondo, dicendo che si trattava di un’immagine modificata e quindi non in linea con i loro standard di accuratezza giornalistica. Allarmati, chiedono chiarimenti urgenti. Il giorno seguente la principessa diffonde un comunicato in cui si scusa e spiega che, come molti altri, fa occasionalmente ritocchi alle sue foto. Tanto clamore e indignazione per l’immagine di un personaggio pubblico che non ha voluto condividere con un mondo voyeuristico i segni della malattia.
di Claudia Morgan
Ho scoperto per caso questi divertenti fotomontaggi d'epoca che mettono in luce quanto sia attrattiva la possibilità che offre la fotografia di ingannare l'occhio dell'osservatore non attento.
L'autore, si presume un abile dilettante, è Arrigo Russi.
La data 1890 ca.
Siamo sulle Rive di Trieste e le belle signore sfoggiano gli abiti della passeggiata, 1890 ca.
Fotomontaggio di Arrigo Russi.
Quadretti di vita cittadina
1. Due ragazze in gamba. 2. Al bagno. 3. Venderigole. 4. Il solito liston domenicale al Molo san Carlo. 5. Le bambine fingono di seguire le lezione, ma pensano alle proprie qualità fotografiche. 6. Acquedotto dopo il Politeama. 7. A Sant'Andrea passeggiata. 8. Un barbiere che ha l'aspetto di un ministro presidente. 9. Il Corso sotto la pioggia tra gonne e sottogonne.
Fotomontaggio di Melchiorre Ciama con fotografie di Davide Salvatore Camerini (2, 6, 8) e di Arrigo Russi.
Non vi rivelo dove le ho scoperte!
19 gennaio 2024
Un doveroso riconoscimento a chi ha voluto rendere noto a un pubblico che si interessa d'arte e di fotografia per questo Ritratto di Jean Journet datato 1857 del grande Nadar pubblicato su Il Venerdì di Repubblica del 19 gennaio 2024.
Grazie a Tommaso Montanari che non ha bisogno di presentazioni, per avercelo proposto e diffuso sul settimanale con un preciso commento, in quanto custodito in una collezione privata.
Pubblicità per Didier Guyot photographe ambrotypiste di Clermont-Ferrand scoperto per caso che presenta al mondo il suo credo.
"J'ai capturé la lumière fugitive et l'ai emprisonnée!
J'ai contraint le soleil à peintre des images pour moi!"
"Ho catturato la luce fugace e l'ho imprigionata!
Ho costretto il sole a dipingere per me!"
Grazie Didier
"La più antica immagine fotografica del porto di Trieste è giunta sino a noi realizzata nel 1870 da Anna Scrinzi"...
Ci spiace contraddire il nostro articolista, ma la realtà di quanto afferma va ridimensionata.
In base al Catalogo dei beni culturali dei Civici Musei si può documentare che nel 1870 sono state prodotte ben 24 vedute del porto di cui, 18 di Anna Scrinzi, 2 di Giuseppe Wulz, 1 di Josef Martini, 1 di Ferdinando Ramann, 2 di fotografi non identificati.
E per quanto riguarda l'attività di fotografa di Anna Scrinzi in questo articolo abbiamo sintetizzato i dati biografici raccolti attraverso una lunga ricerca d'archivio.
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Venerdì 5 maggio 2023 all'auditorium Bruno de Finetti di palazzo Berlam a Trieste, sede dell''Archivio Storico Assicurazioni Generali, si è tenuto un seminario che ha riunito diverse istituzioni cittadine legate al mare per parlare di archivi fotografici. Si trattava della seconda edizione di "Una Rete in Viaggio. Storie, idee, progetti", un programma di appuntamenti promosso dalla Rete per la Valorizzazione della Fotografia. Nata nel gennaio 2011 su iniziativa di un gruppo di enti e istituzioni pubbliche e private che si riconoscono nell'obiettivo comune di promuovere e diffondere la cultura fotografica, quest'anno Rete Fotografia, dopo i convegni su pianura e montagna, si è concentrata sul dialogo che l'uomo da sempre intrattiene con il mare e sull'evoluzione del paesaggio. La scelta di palazzo Berlam rimanda allo sviluppo del Gruppo di Generali avvenuto in stretta connessione con l'acqua e il Porto franco. Non a caso, gli album fotografici più antichi conservati dalla Compagnia sono dedicati ai palazzi di Trieste che Generali ha sempre voluto vicino alle Rive. Da qui partivano le imbarcazioni dei pescatori e le navi cariche di merci o uomini. L'incontro all'Archivio Storico Assicurazioni Generali ha visto la partecipazione di Roberta Spada, Silvia Stener (Archivio Storico Assicurazioni Generali), Giulia Zolia, Raffaella Tamiozzo (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale), Claudia Colecchia (Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte - Trieste), Daniela Pacchiana (Museo delle Storie di Bergamo) e Andrea Bonifacio, Silvia Pinna (Museo del Mare - Trieste). Chi volesse ascoltare gli interventi può trovare la registrazione qui sul canale YouTube di Rete Fotografia.
1° luglio 2022. L'uscita di un volume dedicato all'archivio fotografico del misterioso Cufter, finalmente svelato nella sua vera identità, cioè identificato col fotografo dilettante triestino Carlo Coretti, è una buona notizia perchè ogni contributo alla storia della fotografia è prezioso. Pertanto anche noi ci rallegriamo della possibilità di leggere finalmente la sua storia per intero e non per frammenti sparsi sui social.
Dobbiamo dire però che il modo in cui si è arrivati a tutto questo ci ha suscitato qualche perplessità, soprattutto per il singolare percorso di ricerca condotto attraverso i social, ma non abbiamo ancora letto il libro per cui ci riserviamo di dare un giudizio non appena lo avremo analizzato. Intanto ecco l'articolo uscito oggi sul quotidiano "Il Piccolo".
26 aprile 2022. La nostra attenzione, come i lettori sanno, è rivolta al mondo alla fotografia storica triestina che si diffonde sul web e, in particolare, a quanto propone ed espone scientificamente la Fototeca dei Comune di Trieste, che è un punto di riferimento in questo campo per studiosi, studenti, curiosi e navigatori casuali in rete.
A tale istituzione da sempre viene attribuito un ruolo importante e un' autorevolezza tale da essere fonte di riferimento per chi fa ricerca. Molto importante è l'informazione che appare a catalogo, siamo ancora legati al concetto di “catalogo di qualità” inculcatoci dal maestro Mauro Guerrini, all'authority control che nel web ha acquisito una valenza straordinaria. Non si può gareggiare con quanto viene proposto da siti di dilettanti o su quanto appare su Facebook.
Ma l'autorevolezza va conquistata e mantenuta, accettando anche le segnalazioni di chi propone un'amichevole collaborazione.
Eccoci qui allora a segnalare alcuni errori, che rischiano di contraddire questa autorevolezza.
Claudia Morgan
12 marzo 2022. Abbiamo ancora tanto da imparare e da scoprire, le conduttrici di questo sito ne sono consapevoli al punto da cercare con ostinazione suggerimenti, spunti, idee da applicare al proprio modo di vedere e di concepire la diffusione della cultura attraverso la fotografia così da applicarli nell'aggiornamento di questo sito.
Ci fa riflettere l'atteggiamento del direttore Christian Greco del Museo egizio di Torino che affronta con una decisione da definirsi storica, rispetto alla gelosa conservazione del patrimonio museale da offrire con dosata oculatezza, di lasciare libero l'uso della documentazione fotografica anche a scopo commerciale.
Avverte chi consulta il sito del Museo, nella specifica sezione sulla Politica di accesso e utilizzo, come gli stia cuore la mission dell'istituzione nell'ottica concreta di democrazia della conoscenza, chiedendo solo a chi usa le immagini di citare correttamente il codice inventariale che le individua: una prassi normale.
I tempi cambiano.
Chi cura questo sito ha avuto una diversa esperienza...
Dopo una lunga chiusura, dovuta a un contenzioso con il Comune di Trieste finalmente risolto, questo sito torna oggi consultabile e riprende la sua attività di divulgazione della storia della fotografia triestina a cominciare dalla documentazione relativa alla mostra "La Grande Trieste" aperta nell'ex Pescheria di Trieste tra febbraio e giugno 2015.
Nel 2021 il sito è stato integrato con nuovi argomenti inerenti la storia e la cultura della città. Rimane l'impegno di curarne l'aggiornamento e di offrire spunti di riflessioni su temi di conservazione e divulgazione del patrimonio culturale.
Maria Masau Dan, Claudia Morgan, Adriana Casertano
Trieste, 22 dicembre 2020