Aperta nel mese di marzo, la mostra "Italia metafisica" del fotografo italo-americano George Tatge, sarà visitabile fino al 30 luglio nella Galleria Harry Bertoia di Pordenone. Si può visitare con i seguenti orari: da mercoledì a domenica dalle 15 alle 19.
Sono grandi immagini in bianco e nero (66 foto) che guardano all'Italia "costruita" e cioè, a tutto ciò che è opera dell’uomo, «L‘architettura è nata dal profondo rispetto per la natura. Gli antichi si preoccupavano della questione dell’orientamento solare ed erano consci dei significati sacri ed archetipici delle forme geometriche», spiega Tatge. «Nell’uomo moderno c’è ancora un’inconscia consapevolezza di questi simboli. Sono questi che mi attraggono».
Particolarità della mostra allestita a Pordenone è l’esposizione in una grande stanza di 132 particolari estrapolati dalle 66 immagini in mostra. Grazie all’uso di negativi di grande formato è stato possibile estrarre dettagli che si presentano quasi come immagini nuove, quasi una “mostra nella mostra”.
La mostra è organizzata dal Comune di Pordenone (in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il contributo di Fondazione Friuli, il sostegno di Crédit Agricole Friuladria e Itas Assicurazioni).
Nato a Istanbul nel 1951 da madre italiana e padre americano, George Tatge ha scelto, oltre 40 anni fa, di vivere in Italia e di dedicarsi alla scoperta di questa terra affascinante e complessa. Ha così raccontato la penisola con la sua Deardorff 13 x 18cm, una macchina leggendaria a soffietto che produce negativi in bianco e nero di grande formato che vengono stampati dall’autore in camera oscura.
Il catalogo della mostra, edito da Contrasto, ha vinto un premio IPA della Lucie Foundation di N.Y. nel 2015 e il Premio Ernest Hemingway 2016 di Lignano Sabbiadoro. «Eleganti inquadrature, quelle di Tatge - spiega Guido Cecere nell'introduzone - calibrate e attente, che mettono assieme edifici o scheletri del passato carichi di storia con porzioni di paesaggio che posseggono un’espressività spesso apparentemente muta e sospesa nel tempo, ma in realtà, invece, densa di significati che vanno decriptati da chi guarda, praticando l’arte della contemplazione, senza fretta».