La vita teatrale della Trieste nell’ultimo ventennio della dominazione absburgica è animata da una programmazione straordinariamente ricca ed articolata. Il “Verdi” e il “Filodrammatico”, l’“Armonia” e il “Rossetti”, il “Fenice” e il “Minerva”, la sala teatrale del Narodni Dom e quelle della Società Filarmonico Drammatica e dello Schillerverein: lunga è la lista dei ‘contenitori’ dello spettacolo, protagonisti di un’attività che si sviluppa in parallelo sui versanti della prosa, della lirica, della musica sinfonica e da camera, ma anche dell’operetta, del cinema, del teatro di varietà e persino del circo.
Sul versante della prosa, tra il 1908 e il 1914, la Società del Teatro Popolare programma un’attività ispirata a principi irredentistici e liberal-nazionali, straordinariamente «impegnata» sul piano della qualità degli autori e degli attori.
Sul versante della lirica, nella città che celebra i propri ideali irredentistici sfidando la censura e intonando da palchi e gallerie a gran voce i cori patriottico-risorgimentali delle opere di Verdi, le rappresentazioni delle opere di Wagner, sull’«italianissimo» palcoscenico del Teatro Comunale, tra il 1884 ed il 1914, superano numericamente quelle di opere verdiane.
Inaugurato nell'aprile 1801, acquistato dal Comune nel 1881 e intitolato a Giuseppe Verdi il giorno stesso della morte del compositore (27 gennaio 1901), il Teatro Comunale è protagonista di una straordinaria serie di stagioni liriche, sinfoniche e di prosa. L'attività del Comunale si intreccia con quella del Politeama Rossetti (inaugurato nel 1878) e del Teatro Fenice (inaugurato nel 1879) ma anche del Teatro Filodrammatico attivo fin dal 1828, restaurato nel 1879 e sede, nel 1907, di un'animata prima "italiana" della "Vedova allegra" di Franz Lehar. Inaugurato nel 1857, il Teatro Armonia (dal 1902 Teatro Goldoni) chiuderà i battenti nel 1907 e sarà smantellato nel 1912. Nello stesso anno una stagione particolarmente piovosa pone fine all'avventura dell'Anfiteatro Minerva, iniziata nel 1905 con una programmazione all'aperto concentrata nei mesi estivi
Teatri e sale teatrali sono i luoghi deputati non soltanto di spettacoli di lirica e di prosa, ma anche di una eterogenea serie di conferenze e dibattiti, cavalchine e veglioni mascherati, proiezioni cinematografiche e spettacoli circensi. 'Grandi manifestazioni d'arte drammatica e musicale' sono quelle proposte dalla Società Filarmonico Drammatica, la cui sede, dal 1884, è presso la Sala del Ridotto del Teatro Comunale La comunità di lingua slovena trova nel teatro del Narodni Dom, inaugurato nel 1905, il fulcro delle proprie manifestazioni artistico-spettacolari. Quella di lingua tedesca gravita attorno alla Sala dello Schillerverein di Palazzo Stratti, rinnovata nel 1893. Mentre le stagioni di operetta si susseguono specialmente nei teatri di impronta popolare (quali "Fenice" e "Rossetti"), sul versante della prosa il periodo 1891-1914 è scandito dalle presenze di Ernesto Rossi e Tommaso Salvini, Emilio Zago e Giacinto Gallina, Ferruccio Benini ed Ermete Zacconi, Eleonora Duse e Irma Gramatica, Ruggero Ruggeri e Antonio Gandusio. Spetterà alla Società del Teatro Popolare, fondata nel 1908 su iniziativa di giovani patrioti vicini agli ambienti dell'irredentismo triestino e del Partito Liberale Nazionale, il compito di orchestrare, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i ritorni triestini dei maggiori protagonisti della scena teatrale italiana.
Sulla programmazione operistica, distribuita in tutte le sale teatrali cittadine, si innesta una produzione "triestina" che ha in Antonio Smareglia (Pola, 1854-Grado, 1929) il suo esponente sommo. Altrettanto vivace è l'attività strumentale, tanto in ambito cameristico che sinfonico, sia in contesti pubblici che privati. La pratica del "musizieren", ovvero del fare musica assieme (in duo, in trio, in quartetto) entro le mura domestiche, annovera tra i suoi esponenti anche Italo Svevo. Sul versante pubblico, il violinista Julius Heller, nato in un paesino dell'Ungheria nel 1839 e morto a Trieste nel 1901, è personaggio emblematico della grande attenzione al repertorio strumentale classico e romantico di area austro-tedesca. La sua "lezione" è destinata a germinare in una serie di attività e iniziative, tra le quali spicca la nascita del Quartetto Triestino, costituitosi attorno al violinista Augusto Jancovich.
Figlio di un direttore di banda ungherese trasferitosi da Budapest a Trieste, Carlo Schmidl nasce il 7 ottobre 1859. A Trieste morirà il 7 ottobre 1943. Impiegatosi tredicenne come copista e commesso presso il Fondaco Vicentini, inizia un'attività professionale nel mondo della musica e dello spettacolo che lo vede impegnato su molteplici versanti: dall'attività commerciale (con la vendita di strumenti ed edizioni musicali) all'editoria musicale, dalla ricerca e la documentazione all'organizzazione e la promozione di iniziative culturali. E' grazie a Schmidl, ad esempio, che il Circolo Artistico dà avvio, nel 1890, al fortunatissimo Concorso della Canzonetta Popolare Triestina. Nel 1905 figura tra i fondatori di quel Comitato per le grandi manifestazioni musicali che porta, tra l'altro, Gustav Mahler a dirigere a Trieste (nel 1905 al 'Rossetti' e nel 1907 al 'Verdi'). La passione e l'impegno professionali si coniugano con quelli sul versante del collezionismo. Da qui scaturisce la volontà, manifestata nel 1913, di rendere pubblica la propria collezione storico-musicale, primo nucleo di quel Museo del Teatro nato nel 1924 e destinato ad assumere il nome di Carlo Schmidl dopo la sua morte.
Loggione. The sodden walls ooze a steamy damp. A simphony of smells fuses the mass of huddled human forms: sour reek of armpits, nozzled oranges, melting breast ointments, mastick water, the breath of suppers of sulphurous garlic, foul phosphorescent farts, opoponax, the frank sweat of marriageable and married womankind, the soapy stink of men...
Loggione.
Le pareti impregnate trasudano un vapore umido. Una sinfonia di odori fonde la massa di accalcate forme umane: puzzo stantio di ascelle, annusamento di aranci petti sudaticci di unguenti, acqua di resina, fiato di cene all'aglio solforoso, fetide scorregge fosforescenti, gaggia, lo schietto sudore delle donne maritate e maritabili, la puzza saponosa degli uomini...
James Joyce, Giacomo Joyce