C'è stato un tempo in cui i grandi imprenditori, nel decidere di costruirsi una residenza adeguata alla loro posizione sociale ed economica, si preoccupavano di farlo non solo per ragioni di prestigio o per la propria comodità, ma anche per "abbellire" la loro città. Uno di questi è Demetrio Carciotti, commerciante greco arrivato a Trieste nel 1775, che già verso la fine del secolo è tanto ricco da potersi permettere l'erezione di un immenso palazzo affacciato sulla riva del mare, destinato in parte a sua abitazione e per il resto a magazzini e abitazioni da affittare. Come ci dice Diana Barillari nel saggio "Neoclassico in riva al mare: storia e fortuna di Palazzo Carciotti a Trieste" è il proprietario a descrivere in poche parole la portata del suo investimento, che definisce “una grandiosa fabbrica senza risparmio di spesa alla riva del mare in fianco del Canal grande, che riuscirà di abbellimento e decoro a questa città".
Per il progetto si rivolge a un architetto collegato all'ambiente neoclassico milanese, Matteo Pertsch e in pochi anni, tra il 1798 e il 1905 sul fondo che era stato una salina, sorge un edificio insieme elegante e funzionale, caratterizzato da una facciata