EMILIA MANENIZZA (1853-1905)

FRANCESCO PENCO (1871-1950)

 

alias F. Penco successore di E. Manenizza

Stabilimento di Fotografia e Cinematografia

Si segnala  la fondamentale opera sull'attività del fotografo Francesco Penco a cura di Claudio Ernè che ne possiede l'archivio intitolata Trieste, il tempo della storia : Fotografie e filmati di Francesco Penco 1918-1950 a cura di Claudio Ernè. Trieste : Comune di Trieste, 2023.

 

Francesco Penco nasce a Trieste il 10 aprile 1871 e vi muore il 29 dicembre 1950.

Sposato con Emilia Manenizza fotografa (nata a Venezia il 3 gennaio 1853 e morta a Trieste il 27 novembre 1905) compie il proprio apprendistato nello studio della moglie in Piazza della Borsa 11, casa Ananian.

La donna è fotografa professionista come il fratello Marco e il padre Spiridione che era giunto da Venezia per rilevare lo studio di Johann Baptiste Rottmayer nel 1881  in una zona della città che era già il luogo privilegiato da molti studi, in via Ss. Martiri al n. 1 dal 1871 al 1881 e al n. 3/a dal 1881 al 1882 come attestano le Guide scematiche alla voce Fotografi, le pagine gialle dell'epoca.

Subentrare in un atelier legato al nome di un professionista famoso è una sfida che impegna la famiglia. Si ricorda che Rottmayer aveva aperto due filiali, una a Trieste, spostata poi a Gorizia e una a Graz, dopo esser diventato famoso a Vienna come fotografo di corte già negli anni Sessanta.

I due fratelli Emilia e Marco Manenizza che mantengono agli inizi il logo Atelier Rottmayer  trasferiscono lo studio in Piazza della Borsa 11 dal 1889 al 1902.

Allo stesso indirizzo troveremo negli anni più tardi lo studio Benque.

Marco continua a lavorare sino al 1895, poi Emilia da sola conduce lo studio, sottoponendosi a degli impegnativi traslochi, la ritroviamo nel 1902 in piazza della Borsa 7 e dal 1905, anno della sua morte, in Corso 9.

Solo nel 1907 il marito, Francesco Penco, ne cambia la ragione sociale.

Dal 1895 la fotografa, rimasta priva della collaborazione del fratello, si avvale di vari giovani apprendisti e il suo studio diventa una scuola di formazione professionale.

A cavallo del secolo vi lavora Giovanni Cividini (1879-1959), che acquisisce ed affina le proprie conoscenze di fotografia sino a diventarne il direttore. Cividini nel 1905 costituisce con l'aiuto dei due fratelli, Pietro e Carlo e di un parente, Ernesto Busetti, un proprio studio fotografico con annessa camera oscura, utilizzando a questo scopo la terrazza al primo piano di via S. Spiridione 7 ove risiede.

Altri fotografi quasi tutti coetanei imparano il mestiere presso lo studio Manenizza e a loro volta apriranno atelier di notevole prestigio: Ezio de Rota (1879-1952), Ugo Horn (1876-1944), un non identificato Snidarsich.

Sul verso dei cartoncini si legge “Primo studio fotografico a luce elettrica assunzioni artistiche, si eseguisce lavori con qualsiasi tempo - Emilia Manenizza Trieste Piazza della Borsa 7”.

 

Francesco Penco (1871-1950)

 Ma ritorniamo a Penco il prescelto nella successione.

 Inizia a lavorare con la moglie dopo un'esperienza negli Stati Uniti, poiché dai registri degli emigranti a New York si sa che il 25 maggio 1898 sbarca a Ellis Island.

Nel 1902 lo ritroviamo: è attivo a Trieste in quanto fotografa lo sciopero dei fuochisti del Lloyd e fotografa a Venezia le macerie del campanile di San Marco.

Nel 1904 sposa Emilia.

La differenza d'età è notevole tra i due, la donna forse anche per problemi di salute sceglie la strada del matrimonio per garantire un futuro allo studio e una continuità all'azienda di famiglia. La pubblicità del 1904 recita: “Servendosi della luce elettrica di due lampade da 1500 candele, i fotografi dello studio Penco riescono con successo a fotografare anche al buio”. Lo studio risulta tra i più innovativi della città: può produrre in un'ora fino a 250 fotografie.

 Sul verso dei cartoncini si legge “Primo studio fotografico a luce elettrica assunzioni artistiche, si eseguisce lavori con qualsiasi tempo - Emilia Manenizza Trieste Piazza della Borsa 7”.
Nel 1906 Penco chiede il permesso al comune "di fotografare nelle scuole normali gruppi di allievi".

 

 

 

 

Francesco Penco (1871-1950)

Ritratto di Jan Kubelik violinista, Trieste 1900

 

 

 

Articolo apparso con il titolo Jan Kubelik  di Norma Rebelli Gallippi

"Jan Kubelik resterà per sempre legalo a Trieste, perché proprio da qui egli iniziò la sua prima trionfale tournée europea dopo le prime audizioni sostenute a Vienna."

In: Arena di Pola n. 1471 del 4 maggio 1965, p. 3.

 

Il famoso violista è presente a Trieste dal 30 aprile 1900 per tre concerti tenuti nella sala del Casino Schiller: al primo concerto presenti 200 persone, al secondo al Teatro Verdi 2000 persone e al terzo al Politeama Rossetti 4000 persone.

 Emilia Manenizza (1853-1905)

 Insegnanti e alunni della IV A : Trieste Ginnasio comunale Dante Alighieri anno scolastico 1902-1903

positivo : aristotipo ; 170x230 mm.

Sul recto del supporto secondario: Timbro a secco E. Manenizza.

Nota dei presenti.

A destra (di chi guarda) Direttore prof. Cesare Cristofolini, a sin. prof. Piero Sticotti, in alto prof. Carlo Gratzer tra gli alunni, campata Sticotti: I, 2 Enrico Aubel oggi preside di liceo; II, 2 Aurelio Finzi oggi medico; 1 Oreste Basilio oggi legale e assicuratore; III, 3 Guido Cappello oggi segretario al Comune di Trieste; IV, 1 Guido Guttmann, oggi avvocato; 2 Vico Liebmann oggi architetto benestante; al centro; I, 1 Francesco Morteani figlio del prof. Luigi, oggi prof.; 4 Ennio Pellegrini oggi Procuratore del re; 5 Giorgio Vivante oggi medico proprietario di farmacia; sopra Vivante: Silio Valerio, poi chimico, caduto volontario di guerra di redenzione; vicino a lui presso la colonna Mario Nordio, oggi capo redattore al Piccolo; III fila, 3 Paolo Zampieri, poi segretario al Comune, oggi deputato; in alto: 2 Attilio Ronchelli, oggi procuratore del re; 4 Marcello Mosetti, oggi avvocato.
Campata Cristofolini: I, 1 Ferruccio Banisson; dietro a Cristofolini: Mario Levi, oggi prof.; prima di lui: Lemessich Nicolò oggi legale a Cherso; III isolato Attilio Degrassi oggi archeologo; IV, 1 Randegger; IV, 2 Ettore Bussan, oggi avvocato a Roma. Oggi: 5.2.1938

 

 Francesco Penco (1871-1950)

Classe femminile, [post 1905]

 positivo : aristotipo ; 140x230 mm

 Sul recto del supporto secondario timbro a secco: F. Penco succ. E. Manenizza, sul verso timbro in inchiostro rosso: Stabilimento fotografico Francesco Penco succ. Emilia Manenizza Corso n. 14 Trieste. La data si ricava dall'attività dello studio.

 

Francesco Penco (1871-1950) attr.

 Gruppo di studenti del Liceo Dante Alighieri diplomati nel 1914 con il professore Guido Corsi e il preside Baccio Ziliotto, [1914]

positivo : gelatina ai sali d'argento ; 165x230 mm.

 

 

Nel 1909 il suo studio si trova in Corso n. 14 come appare nella Prima guida tascabile di Trieste. (Trieste : Luzzatto, 1911, p. 158) e nell'inserto pubblicitario in L'Indipendente, a. 33, n. 5 (6 gennaio 1909) che viene ristampato più volte per tutta l'annata 1910.

Il testo recita “Il sottoscritto si prega raccomandare alla Spettabile Clientela e P.T. Pubblico la sezione speciale per ingrandimenti testè introdotta nel suo rinomato studio fotografico. A mezzo di macchinario di proprio sistema, coll'ausilio di valenti artisti, e nulla trascurando dei moderni portati dell'arte ha raggiunto tal grado di perfezione da soddisfare ogni esigenza. Ingrandimenti da corone 10 in poi, secondo le dimensioni richieste. Francesco Penco fotografo Corso 14”.

La sua fama è consolidata e dà i suoi frutti procurandogli incarichi ufficiali.

 Il 14 novembre 1909 compare l'avviso su il Piccolo che gli è stata affidata “l'assunzione fotografica delle opere dei Civici musei alla condizione che ne fornisca gratuitamente copie ai musei e a un prezzo ridotto un certo numero di copie da distribuirsi nelle scuole comunali”. Il professionista ha colto un'ulteriore possibilità di farsi conoscere e di diffondere le proprie fotografie ad un livello popolare e a cogliere un riconoscimento della sua abilità, d'altra parte i musei si avvalgono della possibilità di documentare scientifcamente e oggettivamente il proprio patrimonio culturale e di farlo conoscere a livello popolare grazie alla riproduzione fotografica.

E' attento a documentare gli avvenimenti della città e in particolare testimonia i cambiamenti.

L'insediamento dei primi religiosi salesiani arrivati a Trieste nell'ottobre 1898 avviene nella zona di Chiarbola inferiore ai margini della parrocchia di san Giacomo grazie all'opera di don Ugo Mioni e del preposito capitolare Francesco Petronio. Nel 1899 è aperto l'oratorio per accogliere i giovani. Dopo dieci anni di attesa viene posta la prima pietra della Chiesa di San Giovanni Bosco, detta anche Chiesa dei salesiani il 6 giugno 1909 presenti il vescovo Francesco Saverio Nagl e l'architetto Cornelio Budinich (1873-1935). Nel 1910 si concludono i lavori della parte inferiore e il 28 maggio 1911 si apre la chiesa superiore. Il nostro fotografo è presente e testimonia la realizzazione dell'opera.

 

Processione del Corpus Domini in via della Cattedrale, 1911

 

Ricreatorio della Lega nazionale Riccardo Pitteri, 1911.

 

Gruppo di industriali e architetti triestini che hanno costruito e contribuito alla realizzazione del Ricreatorio. Tra i quali: da sinistra in piedi: 1. Castelreggio 2. Ferletich 3. [non identificato] 4. Bonazza 5. dott. ing. Gino Gartner 6. Ferdinando Sorn 8. Cumin 9. Visintini; seduti: 10. Ziperle 11. Silligoi 12. dott. Antonio Petronio 13. Carlo Cossutta 14. Separ.

 

Partecipa alla Prima esposizione provinciale istriana inaugurata il primo maggio del 1910 presentando i ritratti di undici notevoli personalità legate al mondo culturale e scolastico istriano e triestino: Guido BrunnerAldo Oberdorfer, Bernardo Benussi, Alberto Boccardi, Attilio Hortis, Alfonso Valerio, Giorgio Pitacco, Riccardo Pitteri, Ruggero Berlam.

Ottiena uno spazio ben più ampio rispetto a quello riservato agli altri fotografi professionisti coinvolti: Arturo Venturini, Simone Lipari, Antonio Jerchich, Guglielmo Fiorini Gallinaro, Rodolfo Buffa (1882-1960), Ruggero Pozzar (senior capostipite di una generazione di fotografi)

Le sale riservate alla fotografia erano contraddistinte dalla numerazione 36 e 37, nello specifico nella n. 37 vengono esposti i ritratti di Penco.

Fotografia tratta dal volume: Prima esposizione provinciale istriana 100 anni. Koper : Histria editiones, 2010, p. 99

Nell'ordine da sinistra:  Alberto Boccardi (1850-1921), Attilio Hortis (1850-1926), Riccardo Pitteri (1853-1915), Giuseppe Rota (1823-1865)

Si fa notare per i suoi ritratti accurati e con studiati effetti di luce.

 

 

 

Tito Schipa (1888-1965)

 

Il tenore fu presente a Trieste il 3 settembre 1912, in questo ritratto fotografico è ripreso in costume di scena di Fernando nel La Favorita di Gaetano Donizetti,

Ritratto di giovane donna, una splendida ventenne se diamo fede alla nota ms in basso a destra.

Non trascura le vedute classiche della città.

Palazzo Dreher in Piazza della Borsa 1910 ca.

Ma anche i cambiamenti ... Demolizione di casa Fitzko nel febbraio 1910

Nel 1914 riceve l'incarico di fornire la documentazione fotografica del Sanatorio di Ancarano per illustrarne il fascicolo.

 Francesco Penco (1871-1950)

Il sanatorio di Ancarano, 1914

In: Il Sanatorio di Ancarano della Cassa distrettuale in Trieste per l'assicurazione di malattia dei lavoratori 1913-1914. Trieste : Tipografia moderna M. Susmel & C., [1914]. 1 fasc. : ill. ; 16x24 cm.

Francesco Penco (1871-1950)

Interno del Teatro Fenice, 1937.

Per il riconoscimento del teatro ringrazio Adriana Casertano che ha svolto un'accurata ricerca in rete.

La lettura del saggio di Guido Botteri, Il teatro la Fenice di Trieste, la sua storia

in: Archeografo Triestino, s. 4., v. 63 (2003), P. 206-312 : ill. ; 24 cm. ci permette di datare

il servizio di Penco che documenta una fase dei lavori di ristrutturazione avvenuti nell'autunno del 1937, ad opera del nuovo gestore l'Ente Nazionale Italiano Cinematografia.

 

L'attività di Francesco Penco fotografo impegnato continua sino al 1950 anno della sua morte.

La ricca documentazione delle trasformazioni della città e degli avvenimenti storici è conservata nell'archivio sia fotografico sia filmico acquisito da Claudio Ernè che lo illustra nel testo citato all'inizio.


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