Presentare i fotografi Guglielmo Sebastianutti (1824-1881) e Francesco Benque (1841-1921) protagonisti di una mostra a loro dedicata nel 2010 è quanto mai arduo, la loro attività è stata ben documentata nel catalogo a cura di Claudia Morgan Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste grazie ad un gruppo di studiosi esperti di storia della fotografia a Trieste - Adriana Casertano, Elena De Vecchi, Elisa Vecchione, Enrico Halupca - e di un appassionato collezionista che all'epoca fece dono alla Fototeca dei Civici Musei di storia ed Arte delle sue preziose carte de visite di vari fotografi. Si tratta - come avevo già ricordato - di Maurizio Radacich.
Guglielmo Sebastianutti (1824-1881) in costume da montenegrino ritratto in studio da Francesco Benque, 1864.
La posa è spavalda, disinvolta, con la mano sinistra cinge la cintura mentre con la destra impugna il lungo pugnale, brillano gli stivali messi in evidenza dalla gamba accavallata.
Lo sguardo del fotografo si volge ad un angolo dello studio, che sembra ambientato in un terrazzo.
Il confronto con questa cartolina che mostra una coppia negli abiti tradizionali montenegrini testimonia che l'abbigliamento indossato da Sebastianutti in questo
ritratto è proprio autentico.
Francesco Benque (1841-1921) in un ritratto che porta il logo dello studio Benque& Sebastianutti, quindi è databile dopo il 7 settembre 1867, quando Guglielmo Sebastianutti diventa socio dello studio fotografico Benque, firmando un contratto di dieci anni.
Il giovane uomo guarda altrove, di lato con le braccia conserte e la giacca aperta con noncuranza sul petto così da suggerire un momento colto per caso a cui non dare importanza.
Gli occhi dell'osservatore si posano sulla sua fronte ampia, sulla folta capigliatura, sulla barba incolta, notano il polsino ricamato, le pieghe
delle maniche messe in evidenza dalle sfumature di grigio. Il fondo neutro completa l'armonia di un momento colto per caso.
Un ritratto che cattura!
Prima di iniziare leggiamo le voci che li riguardano esposte da un autorevole autore: Becchetti, Piero in: Fotografi e fotografia in Italia, 1839-1880. Roma : Quasar, 1978, p. 121
Analizziamo i componenti della coppia.
Guglielmo Sebastianutti nasce a Trieste il 29 novembre 1824, il padre Antonio (1) sposato con Orsola è un orologiaio e orefice. Secondo la tradizione viene avviato alla professione del padre, dopo aver frequentato le scuole comunali ed essersi messo alla prova con un breve tirocinio nella bottega di famiglia. A soli 16 anni si stabilisce a Vienna per formarsi e perfezionarsi come uhrenmacher (orologiaio) e goldschmied (orafo). Rimane a Vienna sino al 1851, anno in cui ritorna a Trieste. Ormai ha sviluppato un'abilità che gli viene riconosciuta e il padre gli cede i locali della sua ditta Amiet & Sebastianutti in piazza della Borsa, in pieno centro.
Nel 1852 si sposa con l'attrice Adelaide Cattena che porta in dote la cospicua cifra di 3000 fiorini, dote che lo indurrà ad aprire nel 1853 una piccola bottega in Palazzo Stratti in piazza del Teatro. Ma la sua ambizione lo spinge a promuoversi e ad tentare l'ascesa sociale. Nell'ottobre 1857 si trasferirà in Corso n. 605 come conferma la Guida scematica dell'anno, mentre il padre Antonio esercita in piazza Grande n. 593. Questa volta parte alla grande, stupisce e cattura la clientela con il suo negozio lussuoso arredato con gusto, con la merce raffinata, ma gli affari non arridono e già a dicembre dello stesso anno fallisce: ha sognato di affermarsi, ma la fortuna non lo asseconda.
La voce Orologiai della Guida 1857
Decide allora di fuggire ad Alessandria d'Egitto per sottrarsi ai creditori, città facilmente raggiungibile con una nave in partenza dal porto di Trieste, trafugando la merce invenduta, ma in breve verrà rintracciato dal Consolato austriaco, estradato e condannato a sei mesi di arresto. Scontata la pena trova un socio, un non ben identificato Amiet - forse lo stesso che a suo tempo collaborava con il padre - e assieme gestiscono un negozio in Piazza della Borsa sino al 1867.
Nel frattempo si orienta ad intraprendere una nuova carriera che gli viene offerta dalla fotografia, ma a causa dei suoi precedenti fallimenti, non può
intestare uno studio a suo nome. Si mette quindi alla ricerca di un socio non triestino e pubblica su un periodico tedesco la proposta di collaborazione nell'impresa fotografica a un
professionista disposto a trasferirsi a Trieste (2).
L'operazione ha successo. Il prescelto o forse l'unico che ha risposto al suo appello è Franz Francesco Benque, nativo di Ludwigslust (nella regione metropolitana di Amburgo, nella parte occidentale del Land Meclemburgo).
Note
1.https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-sebastianutti_(Dizionario-Biografico)/
2. Vecchione Elisa Radacich Maurizio, Sebastianutti e Benque storia di uno studio fotografico in: Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste, a cura di Claudia Morgan. Trieste : Comune di Trieste editore, 2010, p. 15-39
Che sappiamo di lui?
Francesco Benque, nato il 12 marzo 1841 a Ludwigslust, è il primogenito dei tre figli di Christian Benque ed Ernestine Henriette Caroline Elisabeth Schmidt, una famiglia di origini francesi, che si trasferisce in Germania da una località dei Pirenei, a causa delle persecuzioni religiose cattoliche contro gli ugonotti cioè dei protestanti di professione calvinista. Il padre è un insegnante all'Istituto per sordomuti della città, poi sarà direttore di un analogo istituto a Lubecca. Nel 1856 Franz conclude lo studio presso il seminario, in quanto non intende continuare la sua formazione all'esercizio del sacerdozio, attratto com'è dal mestiere di fotografo, coglie l'occasione di entrare nello studio fotografico di Carl Cuno Hersen (1) a Güstrow, cittadina dello stato federale tedesco Meclemburgo-Pomerania anteriore.
Rimane presso di lui lontano dalla famiglia sino al 1864, quando si sposta a Trieste richiamato dall'annuncio di Sebastianutti, formato ormai da otto anni d'esperienza nel settore e desideroso di mettersi alla prova.
Note
1. Johann Carl Cuno Hersen nato a Ludwigslust nel 1817 è figlio di un ispettore granducale di canali. Dal 1836 al 1838 Hersen è apprendista come pittore decorativo presso il teatro di corte della cittadina. Studia inoltre pittura ad olio per due anni con il pittore Gaston Lenthe. Dopo il servizio militare si dà ai viaggi di studio a Berlino e a Dresda. Dal 1842 al 1847 lavora come insegnante di disegno a Ratzeburg. Non vi sono testimonianze del suo contatto con la fotografia e sul suo apprendimento tale da cambiare professione.
Dal 1856, sembra che avesse un proprio studio a Ludwigslust, che condivide per un breve periodo con il fotografo e proprietario di teatro di Schwerin Emil Tesch (1819-1879). Entrambi partecipano alla prima mostra d'arte del Meclemburgo nel 1857 con ritratti fotografici. Alla fine del 1857 Tesch trovò un nuovo socio in affari e Hersen tenta di aprire uno studio a Güstrow. Dapprima affitta per due mesi un locale presso il parrucchiere Ludwig Seidel , che gestisce uno studio sul retro dell'edificio per i fotografi viaggiatori. A quanto pare l'azienda si sviluppa bene, perché negli anni successivi, dal 1858 al 1862, la città di Güstrow prolunga ripetutamente il permesso di lavoro di Hersen. Nel 1863 decide di trasferire completamente la sua attività a Güstrow diventandone anche cittadino. Nell'aprile 1862 trasferisce il suo nuovo studio nella casa del maestro sellaio Peters in Pferdemarkt 45.
Nel 1867 riceve per i risultati speciali nel campo di ritratti artistici in fotografia il titolo di "Fotografo di corte granducale”. Carl Cuno Hersen gestisce il suo studio fotografico fino alla sua morte avvenuta nel maggio 1884, poi gli subentra Hermann Lorenz.
Il 24 maggio dello stesso anno, 1864, come attestano gli annunci pubblicitari del periodico Il Pulcinella, Sebastianutti è in grado di aprire, a nome di Benque, il nuovo studio in via dell'Annunziata 11, studio che garantisce la possibilità di ritratti eseguiti in qualsiasi condizione di tempo “grazie la grande quantità di luce di cui va ricco lo studio”. La precisazione sulla condizione della luce all'epoca era dovuta in quanto per l'illuminazione ci si basava alla sola luce solare.
Dopo solo cinque mesi, il 5 novembre 1864 compare un articolo elogiativo su Il pulcinella n. 21, nel quale si riconosce al fotografo Benque tecnica, sensibilità e perfezione. Si nominano le sue vedute e in particolare i ritratti a grandi dimensioni.
Lo stesso periodico il 14 gennaio 1865 pubblica un suo grande ritratto caricaturale con una criptica didascalia che cito letteralmente: "E' inutile neanche le celebrità artistiche possono fare miracoli. Pulcinella mette in rivoluzione mezzo mondo. Benque voleva fotografarlo; ma sul più bello trovò un quarto d'inferno riprodotto sul negativo."
In effetti l'espressione riportata sulla faccia del fotografo ripreso nel suo studio, dove un Pulcinella si sottomette alla posa sostenuto dall'apposito reggitore, non dimostra soddisfazione in quanto sulla lastra si sono impressi solo dei diavoletti ! Forse si allude al suo malessere per la mancata celebrità... altri elementi inseriti nella vignetta sono alla base del treppiede della fotocamera un bottiglione con un homunculus, un altro con il Fiss[aggio] e un contenitore di ....
Dal 1865 decide di far pubblicare sull'Almanacco e Guida scematica per Trieste dell'anno 1865 alla voce Fotografi l'indicazione dello
studio in via dell' Annunziata 11
L'attenzione al nostro fotografo continua da parte della stampa locale.
Il periodico settimanale L' Arlecchino del 24 marzo del 1865 (a. 1, n. 8) pubblica un articolo dal titolo Fotografia firmato da Z. a lui dedicato in cui si elogiano i suoi grandi ritratti ottenuti con dispendiose macchine ingranditrici, ma in particolare si sottolinea l'acquisizione dell'attrezzatura per ottenere delle fotosculture.
In effetti Benque è attento a tutte le occasioni in cui si tratta di fotografia.
Va a Berlino in occasione della I Mostra internazionale di Fotografia a ritirare la medaglia d'oro di benemerenza ottenuta e ne ritorna con l'apparecchio per realizzare fotografie a grandezza naturale e preannuncia la tecnica della fotoscultura.
Verso di un cartoncino con le medaglie ottenute dallo studio:
a Berlino nel 1865 alla 1. Mostra universale di Fotografia
a Parigi nel 1867 all'Esposizione universale
Su L'Arlecchino n. 10 dell'8 aprile 1865 avverte la propria
clientela dell'acquisizione da parte dello studio Benque di una nuova macchina d'ingrandimento per i ritratti a grandezza naturale. Inoltre si permette di render noto ai "fotografi di fuori"
d'essere in grado d'aiutarli negli ingrandimenti suggerendo il modo con cui "si devono fare le assunzioni".
Sorge il dubbio sul tipo di divisione dei compiti avvenuta all'interno dello studio che vede operare due personalità, il più anziano Sebastianutti e il suo collaboratore Benque.
Sul verso dei primi cartoncini degli anni 1864-1867 compare il logo nelle sue varianti : Nuovo studio fotografico condotto da Benque Chimico fotografo Pittore fotografo o semplicemente F. Benque fotografia o Fotografia Benque Trieste e l'indirizzo.
Dal punto di vista delle novità tecniche sono in prima linea per sperimentarle e metterle in pratica, consapevoli che la futura clientela sarà attratta proprio da queste conquiste tecnologiche. Comprendono l'importanza dell'aggiornamento e della conoscenza di quanto avviene in Europa nel settore della fotografia, soprattutto in Germania dove ottengono il loro primo riconoscimento ufficiale, la medaglia d'oro all'Esposizione Fotografica Internazionale di Berlino del 1865.
In Italia il 28 maggio 1867 ricevono il "supremo ringraziamento per un ossequio al Regno Unito dalla Cancelleria di Corte di Vittorio Emanuele II (1).
1. Radacich Maurizio, Le Grotte di San Canziano nelle fotografie di Francesco
Benque. Catalogo della mostra spelologica. Trieste : Club Alpinistico Triestino, 2002. 1 fasc.
La voce Fotografi nella Guida del 1866, ripetuta nel 1867.
Nel 1866 lo studio intitolato Nuovo studio fotografico Benque si trasferisce in via dei Fabbri 11 come conferma la Guida scematica dell'anno e ripetuto anche nel 1867.
Fotografia Benque
Ritratto di Giuseppe Scarabelli, Trieste agosto 1867
carte de visite
Sul verso compare la medaglia d'oro ottenuta all'Esposizione Fotografica Internazionale di Berlino del 1865 e la semplice
dicitura Fotografa Benque Trieste.
Fotografia Benque
Ritratto di Francesco Hermet, Trieste
1865
carte de visite
Sebastianutti e Benque
Ritratto di Francesco Hermet, Trieste
1868
carte de visite
E' evidente che la copia è stata tratta dalla stessa lastra negativa, ma sul cartoncino la denominazione dello studio è cambiata
Nel 1868 sulla Guida si dà atto ufficialmente del consolidato rapporto di collaborazione tra Benque e Sebastianutti che il 30 settembre 1867 hanno firmato il cambio societario cointestando lo studio a entrambi Benque e Sebastianutti sottoscrivendo un contratto decennale.
La loro professionalità si fa conoscere e ben presto ricevono le lodi della stampa locale. Ne Il cittadino del 27 novembre 1868 (a. 3, n. 279) si pubblica
del successo ottenuto alla 3. Esposizione universale di fotografia tenutasi ad Amburgo dai fotografi che "hanno scoperto il segreto di cogliere e riprodurre con opportuna
distribuzione di luce tutto quello che ha di meglio e di più omogeneo il soggetto da ritrattarsi".
L'articolo ricorda pure la loro mancata presenza all'ultima Esposizione industriale di Trieste, "ne fu colpa lo scarso tempo a loro assegnato per la produzione delle loro opere".
Nell'elenco dei fotografi operanti a Trieste compare il nuovo logo nella Guida del 1868 Benque e Sebastianutti.
Il cittadino del 2 dicembre 1868 (a. 3, n. 283) alla voce Fotografie aggiorna sulle medaglie assegnate ad Amburgo.
Nella prima classe si distribuiscono sei medaglie, ma il premio d'onore va allo studio Benque e Sebastianutti che si impongono sui "più celebri studii fotografici dell'Alemagna".
Anche sul fronte personale dei nostri professionisti avvengono dei cambiamenti.
Sebastianutti, sposa in seconde nozze Amalia Brugger, figlia del Brugger fondatore dell'omonima birreria a Padova. Fa parte della famiglia la figliastra Isabella, frutto del precedente matrimonio della moglie, che diventerà la compagna di Francesco Benque.
Ma "mercanzia non vuole amici" - il detto non si smentisce - il rapporto tra affari e amicizia è sempre difficile come pure la coabitazione tra le due famiglie.
I dissapori intercorrorno tra i due soci causati dall'unione tra Isabella e Francesco Benque. Isabella si concede troppi lussi e leggerezza nello spendere ciò porterà allo scioglimento anticipato del contratto tra i due soci il 22 settembre 1869.
Benque preferisce lasciare Trieste con la moglie, si rifugia ad Amburgo in Germania dove nasce la sua prima figlia Alba. La destinazione non è casuale, ad Amburgo contatta il cugino e amico d'infanzia Conrad Kindermann, fotografo a sua volta.
L'incontro li porterà all'apertura dello studio Benque & Kindermann in Grosse Bleichen n. 30 nella strada commerciale di lusso della città,
letteralmente il nome della via allude ai prati che qui si trovavano che potevano essere usati dagli abitanti per sbiancare il bucato (1). E' da sottolineare che, ben nove mesi prima, Franz
Benque aveva fatto stipulare a suo nome dal padre Christian Benque, direttore dell'Istituto per sordomuti di
Lubecca, un contratto con Kindermann per l'apertura di uno studio fotografico in società nel quale si specifica
che entrambi i fotografi hanno gli stessi diritti e doveri. L'incontro con Kindermann, era avvenuto nel 1868 alla Mostra internazionale dell'Associazione Fotografica di Amburgo dove
avevano presentato ed esposto fotografie e - ricordiamo - Benque vi aveva ricevuto una
medaglia.
Nel 1869 Benque riceve un altro riconoscimento a Groningen.
Note
1. Queste aree erano di uso generale da parte dei cittadini, ma venivano anche utilizzate a livello commerciale dai professionisti per candeggiare la biancheria.
Benque & Kindermann, Hamburg
Ritratto d'uomo, 1870 ca.
Sul recto Benque Kindermann Hamburg
Sul verso Benque & Kindermann
Grosse Bleichen 30 Hamburg
Erste Preis [Primo premio]: Paris Hamburg Groningen Berlin Wien
Benque & Kindermann Hofphotographen, Hamburg
Ritratto di bambino, 1870
Due bambini in abiti eleganti, 1870 ca.
Verso di un cartoncino che riporta il logo:
Benque & Kindermann
Hofphotographen
HAMBURG, Esplanade 2
Silberner Pokal Stuttgart 1887 = Coppa d'argento Stuttgart 1887
Ehrenpreis Weimar 1889 1. Staatpreis =
Premio onorario Weimar 1889 1. Premio di stato. E' interessante interrogarsi sul motivo per cui Kindermann abbia mantenuto il doppio nome della società. Sperava che il cugino ritornasse?
L'imprenditorialità di Benque è inarrestabile
come pure le sue fughe.
Nel 1869 apre una filiale dello studio a Brema, gestita da un certo Voigt, conosciuta con il logo Voigt & Benque. L'operazione è forse finalizzata a garantirsi l'attività in Germania se la fortuna non fosse stata dalla sua parte nei progetti futuri, dal momento che nel 1870 decide di trasferirsi in Sud America, precisamente in Brasile per raggiungere il connazionale Alberto Henschel (1827-1882) (1).
Quest'ultimo è nel paese sudamericano dal maggio 1866 con il socio Karl Heinrich Gutzlaff nella città di Recife dove apre lo studio Alberto Henschel & Cia, poi denominato Photographia Allemà [Fotografia tedesca]. Nel 1867 ritorna in Germania, separandosi dal socio, per aggiornare la sua tecnica grazie all'acquisizione di nuove attrezzature. Nello stesso anno rientra in Brasile nella città di San Salvador e apre un altro studio. La novità è che i suoi studi si rivolgono alla clientela di origine africana, schiavi o liberi che fossero, trattandola con dignità e rispetto.
Nel 1870 apre in Rio de Janeiro un'altra filiale e qui nella capitale dell'impero inizia la sua prospera collaborazione con Francesco Benque. La società Henschel & Benque Photographia Allema in Rua dos Ourives si specializza nella produzione e commercializzazione di ritratti e paesaggi realizzati da Karl Ernst Papf, giunto in Brasile grazie all'offerta di lavoro propostagli da Henschel.
Non si sa sino a quando il rapporto tra i due continui, cioè tra Benque e Henschel, è probabile che la loro associazione sia durata sino al 1880.
L'elenco dei premi attribuiti alla coppia mantiene un ritmo annuale:
1872 Prima medaglia d'oro alla XXII Mostra generale di Belle Arti dell’Accademia Imperiale a Rio de Janeiro con un ritratto del poeta Castro Alves.
1873 Croce d’oro di merito all’Esposizione universale di Vienna.
1874 7 dicembre riconoscimento di Photographos da Caza Imperial dell’Imperatore del Brasile.
1875 partecipazione alla Mostra generale di Belle Arti dell’Accademia Imperiale a Rio de Janeiro.
Note
1. Alberto Henschel nasce nasce il 13 giugno 1827 a Berlino da Moritz e Helene Henschel. Il padre e i suoi fratelli August, Federico e Guglielmo, di origine ebraica, erano arrivati a Berlino intorno al 1806, dove si fecero conoscere e firmarono le loro opere come i Fratelli Henschel. Non ci sono atti ufficiali sulla su persona o sulla vita professionale nel Regno di Prussia nè si conoscono le ragioni della sua emigrazione in Brasile.
La fotografia all'Esposizione
in "L'esposizione universale di Vienna del 1873 illustrata". Dispensa 47
Henschel & Benque attr.
Castro Alves, Rio de Janeiro 1872 ca.
Henschel & Benque
Ritratto di donna
Rio de Janeiro 4 novembre 1874
carte de visite
Sul verso dedica manoscritta e data.
Henschel & Benque Photographia Allema
Ritratto d'uomo
Rio de Janeiro, 16 maggio 1876
carte de visite
Henschel & Benque Photographia Allema
La prima carte de visite con il ritratto di donna riporta sul verso il logo dello studio e la data apposta dalla dedicataria, Rio de Janeiro 1874.
La seconda è il ritratto di Isabel principessa del Brasile del 1875.
Henschel & Benque Photographia Allema
Venditrice di frutta, 1875.
Padre con in braccio la figlioletta, 1875.
carte de visite
Il soggiorno brasiliano di Benque dura sino al 1876, solo sei anni, durante i quali la famiglia s'ingrandisce.
Nel 1872 nasce a Rio de Janeiro Ernst, nel 1873 Alberto e nel 1876 Maria che sopravvive solo tre giorni dopo la nascita. La coppia negli anni vedrà morire altri figli: Antonio nel 1878 a soli 4 mesi, Wilhelmina Josephine nel 1880 a 8 mesi. Tutte queste morti ci fanno riflettere su quanto fosse precaria la sopravvivenza dei bimbi in tenera età. Seguono ancora Egon Jacob Anton nato nel 1882 e Marius Sebastian nel 1884.
Negli anni brasiliani lo studio dei fotografi riceve proprio dalle mani dell'imperatore del Brasile Pedro II un diploma di benemerenza per il ritratto del poeta Castro Alves presentato alla XXII Mostra Generale d'Arte del 1872 organizzata dell'Accademia d'Arte e Benque viene insignito del titolo di Fotografo imperiale della Corte brasiliana.
Nel 1873 partecipano pure all'Esposizione universale di Vienna meritando la Croce d'oro, nel 1874 ottengono il riconoscimento di Photographos da Caza Imperial dell'Imperatore del Brasile. Nel 1875 partecipano alla Mostra generale di Belle Arti dell'Accademia Imperiale.
Benque nonostante abbia ottenuto anche la cittadinanza del paese, nel 1876 dopo la morte della piccola Maria, decide di ritornare con la famiglia a Trieste dove convivono con il suocero.
La coppia di fatto Francesco e Isabella decide di entrare a far parte ufficialmente della Comunità evangelica augustana di Trieste e il 30 maggio 1876 ricevono la benedizione della loro unione come attestato dal Registro dei matrimoni conservato presso l'archivio della stessa. Vengono uniti in matrimonio dall'officiante il pastore Heinrich Medicus alla presenza dei testimoni Eduard Otto direttore editoriale della Terza sezione del Lloyd austriaco e di Giulio Rossi pittore e fotografo di Milano, residente a Trieste dal 1880, in quanto subentrato nello studio di Luigi Boccalini in piazza della Borsa n. 10.
Nota
Si ringrazia la Comunità evangelica augustana di Trieste che mi ha permesso di
consultare il Registro dei matrimoni, in particolare la solerte la sig.ra Martini, resasi subito disponibile alla mia richiesta.
Sebastianutti & Benque
Francesco Benque con i figli Alba, Ernst, Alberto ritratti in studio nel 1877 a Trieste.
Ritorniamo alla realtà triestina.
Dopo l'abbandono del socio, Guglielmo Sebastianutti conduce lo studio da solo a Trieste, lo attestano i recto dei cartoncini che riportano il logo.
Sebastianutti non resta inattivo a Trieste.
Per dimostrare la sua professioanlità ormai affermata riproduce sul verso dei cartoncini le medaglie ottenute rispettando la cronologia: nel 1865 a Berlino, nel 1867 a Parigi, nel 1868 ad Amburgo, nel 1869 a Groningen.
Nel 1870 riceve a Vienna una medaglia d'oro. L'anno successivo partecipa ad una mostra assieme al pittore fotografo Antonio Sorgato, nel 1872 ottiene l'autorizzazione a fotografare il castello di Miramare di cui realizza un notevole album di albertipie (1). Una copia è conservata a tutt'oggi presso la biblioteca del Castello di Miramare, un'altra copia presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, la terza nella Biblioteca Civica. Una quarta copia è presente presso la Biblioteca Marciana di Venezia.
Su questa impresa del fotografo triestino è da leggere il saggio di Elena De Vecchi (2) che fornisce importanti informazioni sia sulla procedura burocratica seguita dal fotografo per ottenere l'autorizzazione a compiere l'impresa di documentazione del parco e del castello sia la realizzazione degli esemplari che presentano variazioni nel numero di fotografie usate. Molto interessante è la spiegazione sull'Albertipia di Elena De Vecchi, di cui Sebastianutti è "un cultore zelante e assiduo" dell'albertipia tecnica che possiede mirabilmente e che gli permette di partecipare all'Esposizione universale di Vienna del 1873 con "una serie di riproduzioni parziali, tanto di parte esterna che interna, del castello di Miramare... in cui fra le altre spicca per precisione, nitidezza e mirabile gradazione di chiaroscuro... la riproduzione della ricchissima sala del trono" (3).
Nel 1873 riceve la medaglia d'oro del progresso come dichiara sul verso dei cartoncini, è insignito della Croce d'oro al merito all'Esposizione mondiale di Vienna e
del titolo di Imperiale e Regio fotografo di corte, forse grazie al servizio documentario sul Castello di Miramare.
La costante presenza del suo studio è attestata dalla pubblicazione sulle annuali Guide scematiche dal 1870 al 1879 all'indirizzo di via dei Fabbri n. 11.
Note
1. L'albertipia è un'immagine stampata da un tipo di lastra rivestita di gelatina prodotta utilizzando un negativo fotografico, il processo è stato inventato da Josef Albert (1825-1886), un fotografo tedesco proprietario e gestore di uno studio ad Augusta in Germania. L'innovazione di Albert fu quella di sostituire il rame o la pietra, usate in litografia, con una lastra di vetro, costruire una pressa meccanica anch'essa ricoperta da un gel, silicato misto a gelatina, così da riuscire a produrre migliaia di copie con l'uso di presse rotocalco e rulli manuali. Josef Albert presenta il suo processo all'Esposizione fotografica di Amburgo nel 1868. La tecnica denominata dal suo inventore albertipia fu subito adotatta dagli editori per diffondere cartoline e album.
2. De Vecchi, Elena L'album di Miramare in: "Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a
Trieste". Trieste : Edizioni Comune di Trieste, 2010, p. 147-165, 161-164
3. Il cittadino n. 103 (11 aprile 1873)
Stampa realizzata con il procedimento albertipia
La voce Fotografi edita sulla Guida del 1870 .
Sebastianutti è da solo in via dei Fabbri 11.
Sebastianutti
Miramar, Il castello 1872
Sebastianutti
Miramare il castello visto dalla spiaggia, 1872
Perfetti esempi di fotografia iconica: informa ed è riconoscibile all'istante.
Sebastianutti
Antonietta Fricci Baraldi soprano, Trieste 1878
Sebastianutti
Giovane donna con il ventaglio. Giovane donna appoggiata ad una staccionata.
Il ritratto dell'attrice Virginia Marini dello studio Sebastianutti è stato fortemente ritoccato al punto di non sembrare un fotoritratto.
I due ritratti del 1874, scattati in due momenti successivi, si presentano notevolmente diversi.
Nel primo lo sfondo è coperto da ingenue pennellate, il secondo invece racchiuso in un ovale sfumato mantiene un'atmosfera misteriosa e gradevole.
L'attrice si fa ritrarre sia nei costumi di scena sia nel suo abito elegante.
Benque riallaccia i rapporti con Sebastianutti che accoglie il vecchio socio e lo fa lavorare, ma solo nel 1879 il nome dello studio verrà cambiato in Sabastianutti & Benque, questa volta, rispetto al passato, il primo nome che compare è quello del fotografo triestino.
La stampa dedica al loro studio sul periodico Il cittadino del 1 e 27 luglio 1879 (A. 14, n. 177, n. 229) due articoli, il primo dal titolo significativo Novità fotografica, che cercano di descrivere il nuovo formato detto piano americano più adatto alla riproduzione della persona intera, permettendo, "grazie alla sua dimensione di adattarvi uno sfondo che trasforma il ritratto in un vero quadro".
Si riconosce allo studio un'abilità e professionalità non ancora diffusa.
Sebastianutti & Benque
Giovane donna in abito da sposa, Trieste 1879 ca.
Sebastianutti & Benque
Altri ritratti in studio degli anni Settanta e Ottanta
I due soci ben presto incorrono negli antichi dissapori, al punto che Guglielmo già nel 1880 si trasferisce a Milano alla ricerca di una nuova avventura commerciale, accompagnato dal nipote Mario Paroli, nato nel 1857.
Passano nel suo studio in Piazza del Carmine n. 4 personaggi famosi, tra gli altri lo scrittore Giuseppe Verga
La permanenza Sebastianutti non dura a lungo nella città lombarda, il 30 novembre 1881 muore nella clinica neurologica di Monza dove era stato ricoverato.
Sebastianutti & Benque
Giuseppe Verga, Milano 1881
Il ritratto è stato eseguito da Guglielmo Sebastianutti a Milano, città dove il celebre scrittore vive dal 1872 al 1893.
Benque, rimasto solo, non intende mantenere lo studio milanese e decide di cederlo ai soci Pagliano & Ricordi che si fregiano sui cartoncini del titolo di Successori a Sebastianutti e Benque, mentre a Trieste egli continua l'attività mantenendo la ragione sociale Sebastianutti & Benque e lo studio allo stesso indirizzo in via dei Fabbri 11.
Nel 1883 viene insignito del titolo di Fotografo della corte austriaca, nonostante abbia mantenuto la cittadinanza brasiliana, per cui può stampare sui cartoncini sia lo stemma imperiale austriaco sia quello brasiliano.
Nel 1887 trasferisce lo studio nel cuore della città, in Piazza della Borsa n. 10 e, conscio che è necessario pubblicizzare al massimo lo studio per battere la concorrenza, fa disporre sulla facciata dell'edificio una tabella nera con impresse a lettere cubitali in oro alte 60 cm il logo Sebastianutti & Benque.
Sebastianutti & Benque (1879-1898)
Piazza della Borsa, 1887
Sebastianutti & Benque (1879-1898)
Piazza della Borsa, 1887
[particolare]
Ben visibile l'insegna dello studio fotografico al n. 10 di Piazza della Borsa.
Benque vi si era trasferito nel 1887.
Benque partecipa all'Esposizione d'arte industriale come avverte Il Piccolo nell' edizione del mattino n. 2314 del 10 maggio 1888, che gli dedica una breve citazione. "… Nella stessa sala lo studio fotografico Sebastianutti & Benque espone un ritratto miniatura, bene eseguito; è troppo poco però per presentarsi in un'esposizione".
Un altro suo lavoro è elencato nell'articolo su l'Esposizione lotteria artistica
"Doni pervenuti alla Società della Poliambulanza... Sebastianutti e Benque Veduta di Trieste collezione di 24 fotografie, valore fr. 150".
in Il Piccolo : edizione del mattino del 14 aprile 1894. (A. 13, fasc. 4479)
Sebastianutti & Benque (1879-1898)
Bagno militare sotto la Lanterna, 1898 circa
positivo : albumina ; 195x255 mm.
Bibliografia: F. Zubini, Borgo giuseppino, p. 69
Fotografia
L'articolo compare su L'Adria, a. 15, n. 47 (16 febbraio 1889)
Questa volta alla voce Fotografia viene nominato il solo Francesco Benque (della ditta Sebastianutti e Benque) che ha ripreso il grandioso e magnifico catafalco nella cattedrale di san Giusto il giorno 9 febbraio 1889 eretto per celebrare l'ufficio a suffragio del Serenissmo Principe Ereditario della Corona d'Austria, Ungheria e Boemia, Rodolfo d'Asburgo morto suicida a Mayerling il 30 gennaio 1889.
Si segnala pure che una copia della fotografia è esposta nella vetrina del signor Zimolo in Corso davanti alla quale si soffermano a lungo i passanti.
Sebastianutti & Benque (1879-1898)
Palombaro sulla riva che si prepara all'immersione, Trieste 1890 circa
Il secondo fotogramma presenta il palombaro pronto per l'immersione.
Un ritratto di Francesco Benque degli ultimi anni 1900 ca.
Nel 1888 si sperimenta in un'impresa fotografica del tutto nuova: esegue una quarantina di fotografie delle Grotte di san Canziano, essendo iscritto alla sezione del Litorale della Società Alpina Austro-Ungarica = Sektion Küstenland des Deutschen und Oesterreichischen Alpenverein.
Le riprese in un ambiente naturale così diverso, privo di luce, con notevoli difficoltà da superare non solo per gli spostamenti all'interno, ma anche per il trasporto delle macchine, destano tra i suoi estimatori grande ammirazione e stima. L'impresa segnerà l'apice della sua carriera di fotografo.
Lo stesso Francesco Benque donerà ai Civici musei il 27 maggio 1909 un primo gruppo di 20 immagini come si legge nel Libro dei doni 1891-1909, altre 7 saranno acquistate da Pietro Davanzo il 5 luglio 1932, usate da Giuseppe Caprin editore per illustrare le sue opere, in tutto 27 scatti sono conservati presso laFotoeca dei Civici Musei.
Il saggio Nach eiener Photographie von Sebastianutti & Benque: immagini speleologiche di Enrico Halupca Maurizio Radacich dedica a questa impresa che ha fatto epoca la degna rilevanza (1).
1. In: Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste. Trieste : Comune diTrieste. 2010, p. 167-179
Alcuni esempi delle fotografie eseguite nelle Grotte di san Canziano
S. Canziano Ponte Tommasini. Cascata del Reka e Ponte Tommasini.
Cascata e ponte.
Queste foto sono presenti in: Maurizio Radacich, Le Grotte di San Canziano nelle fotografie di Francesco Benque. Trieste : Club alpinistico triestino, 2002, p. 13, 14, 15.
Ponte della concordia nella Grotta di San Canziano. Grotta delle fontane. Sopralluogo in parete. Costruttori di sentieri
Queste foto sono presenti in Giuseppe Caprin, Alpi Giulie. Trieste : Libreria internazionale Italo Svevo, 1969, p. 152, 157, 119, 122.
Dieci anni più tardi, nel 1898, cambia la ragione sociale dello studio in Francesco Benque successore a Sebastianutti & Benque, sono trascorsi 17 anni dalla morte di Sebastianutti.
Nel 1901 si trasferisce a Villaco città natale della moglie Isabella e qui muore il 30 marzo 1921, a 80 anni compiuti.