Guglielmo SEBASTIANUTTI (1824-1881)          Francesco  BENQUE (1841-1921)

 

Presentare i fotografi Guglielmo Sebastianutti (1824-1881) e Francesco Benque (1841-1921) protagonisti di una mostra a loro dedicata nel 2010 è quanto mai arduo, la loro attività è stata ben documentata nel catalogo a cura di Claudia Morgan Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste  grazie ad un gruppo di studiosi esperti  di storia della fotografia a Trieste - Adriana Casertano, Elena De Vecchi, Elisa Vecchione, Enrico Halupca - e di un appassionato collezionista che all'epoca fece dono delle sue preziose carte de visite di vari fotografi alla Fototeca dei Civici Musei di storia ed Arte. Si tratta - come avevo già ricordato - di Maurizio Radacich.

 

Guglielmo Sebastianutti (1824-1881) in costume da montenegrino ritratto in studio da Francesco Benque, 1864.

La posa è spavalda, disinvolta, con la mano sinistra cinge la cintura mentre con la destra impugna il lungo pugnale, brillano gli stivali messi in evidenza dalla gamba accavallata.

Lo sguardo del fotografo si volge ad un angolo dello studio, che sembra ambientato in un terrazzo.

 

 

Il confronto con questa cartolina che mostra una coppia negli abiti tradizionali montenegrini conferma l'abbigliamento indossato da Sebastianutti in questo ritratto.

 

 Francesco Benque (1841-1921) in un ritratto che porta il logo dello studio Benque& Sebastianutti, quindi è databile dopo il 7 settembre 1867, quando Guglielmo Sebastianutti diventa socio dello studio fotografico Benque, firmando un contratto di dieci anni.

Il giovane uomo guarda altrove, di lato con le braccia  conserte e la giacca aperta con noncuranza sul petto così da suggerire un momento colto per caso a cui non dare importanza.

Gli occhi dell'osservatore si posano sulla sua fronte ampia, sulla folta capigliatura, sulla barba incolta,notano il polsino ricamato, le pieghe delle maniche messe in evidenza dalle sfumature di grigio.

Un ritratto che cattura!

 

Prima di iniziare leggiamo le voci che li riguardano esposte da un autorevole autore:  Becchetti, Piero in: Fotografi e fotografia in Italia, 1839-1880. Roma : Quasar, 1978, p. 121

 

Analizziamo i componenti della coppia.

Guglielmo Sebastianutti nasce a Trieste il 29 novembre 1824, il padre Antonio (1) sposato con Orsola è un orologiaio e orefice. Secondo la tradizione viene avviato alla professione del padre, dopo aver frequentato le scuole comunali ed essersi messo alla prova con un breve tirocinio nella bottega di famiglia. A soli 16 anni si stabilisce a Vienna per formarsi e perfezionarsi come uhrenmacher (orologiaio) e goldschmied (orafo). Rimane a Vienna sino al 1851, anno in cui ritorna a Trieste. Ormai ha sviluppato un'abilità che gli viene riconosciuta e il padre gli cede i locali della sua ditta Amiet & Sebastianutti in piazza della Borsa, in pieno centro.

 Nel 1852 si sposa con l'attrice Adelaide Cattena che porta in dote la cospicua cifra di 3000 fiorini, dote che lo indurrà ad aprire nel 1853 una piccola bottega in Palazzo Stratti in piazza del Teatro. Ma la sua ambizione lo spinge a promuoversi e ad tentare l'ascesa sociale. Nell'ottobre 1857 si trasferirà in Corso n. 605 come conferma la Guida scematica dell'anno, mentre il padre Antonio esercita in piazza Grande n. 593. Questa volta parte alla grande, stupisce e cattura la clientela con il suo negozio lussuoso arredato con gusto, con la merce raffinata, ma gli affari non arridono e già a dicembre dello stesso anno fallisce: ha sognato di affermarsi, ma la fortuna non lo asseconda.

   

La voce Orologiai della Guida 1857

 

Decide allora di fuggire ad Alessandria d'Egitto per sottrarsi ai creditori, città facilmente raggiungibile con una nave in partenza dal porto di Trieste, trafugando la merce invenduta, ma in breve verrà rintracciato dal Consolato austriaco, estradato e condannato a sei mesi di arresto. Scontata la pena trova un socio, un non ben identificato Amiet - forse lo stesso che a suo tempo collaborava con il padre - e assieme gestiscono un negozio in Piazza della Borsa sino al 1867.

Nel frattempo si orienta ad intraprendere una nuova carriera che gli viene offerta dalla fotografia, ma a causa dei suoi precedenti fallimenti, non può intestare uno studio a suo nome. Si mette quindi alla ricerca di un socio non triestino e pubblica su un periodico tedesco la proposta di collaborazione nell'impresa fotografica a un professionista disposto a trasferirsi a Trieste (2).

L'operazione ha successo. Il prescelto o forse l'unico che ha risposto al suo appello è  Franz Francesco Benque, nativo di Ludwigslust (nella regione metropolitana di Amburgo, nella parte occidentale del Land Meclemburgo).

 

Note

 1.https://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-sebastianutti_(Dizionario-Biografico)/

 2. Vecchione Elisa Radacich Maurizio, Sebastianutti e Benque storia di uno studio fotografico in: Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste, a cura di Claudia Morgan. Trieste : Comune di Trieste editore, 2010, p. 15-39

 

Che sappiamo di lui?

Francesco Benque, nato il 12 marzo 1841 a Ludwigslust, è il primogenito dei tre figli di Christian Benque ed Ernestine Henriette Caroline Elisabeth Schmidt, una famiglia di origini francesi, che si trasferisce in Germania da una località dei Pirenei, a causa delle persecuzioni religiose cattoliche contro gli ugonotti cioè di protestanti di professione calvinista. Il padre è un insegnante all'Istituto per sordomuti della città, poi sarà direttore di un analogo istituto a Lubecca. Nel 1856 Franz conclude lo studio presso il seminario, in quanto non intende continuare la sua formazione all'esercizio del sacerdozio, attratto com'è dal  mestiere di fotografo e coglie l'occasione di entrare nello studio fotografico di Carl Cuno Hersen (1) a Güstrow, cittadina dello stato federale tedesco Meclemburgo-Pomerania anteriore.  Rimane presso di lui sino al 1864, quando si sposta a Trieste richiamato dall'annuncio di Sebastianutti, formato ormai da otto anni d'esperienza nel settore e desideroso di mettersi alla prova.

 

Note

1. Johann Carl Cuno Hersen nato a Ludwigslust nel 1817 è figlio di un ispettore granducale di canali. Dal 1836 al 1838 Hersen è apprendista come pittore decorativo presso il teatro di corte della cittadina. Studia inoltre pittura ad olio per due anni con il pittore Gaston Lenthe. Dopo il servizio militare si dà ai viaggi di studio a Berlino e a Dresda. Dal 1842 al 1847 lavora come insegnante di disegno a Ratzeburg. Non vi sono testimonianze del suo contatto con la fotografia e sul suo apprendimento tale da cambiare ptrofessione.

Dal 1856, sembra che avesse un proprio studio a Ludwigslust, che condivide per un breve periodo con il fotografo e proprietario di teatro di Schwerin Emil Tesch (1819-1879). Entrambi partecipano alla prima mostra d'arte del Meclemburgo nel 1857 con ritratti fotografici. Alla fine del 1857 Tesch trovò un nuovo socio in affari e Hersen tenta di aprire uno studio a Güstrow. Dapprima affitta per due mesi un locale presso il parrucchiere Ludwig Seidel , che gestisce uno studio sul retro dell'edificio per i fotografi viaggiatori. A quanto pare l'azienda si sviluppa bene, perché negli anni successivi, dal 1858 al 1862, la città di Güstrow prolunga ripetutamente il permesso di lavoro di Hersen. Nel 1863 decise di trasferire completamente la sua attività a Güstrow e ne diventar anche cittadino. Nell'aprile 1862 trasferisce il suo nuovo studio nella casa del maestro sellaio Peters in Pferdemarkt 45.

Nel 1867 riceve per i risultati speciali nel campo di ritratti artistici in fotografia il titolo di "Fotografo di corte granducale”. Carl Cuno Hersen gestisce il suo studio fotografico fino alla sua morte avvenuta nel maggio 1884, poi gli subentra Hermann Lorenz.

 

Il 24 maggio dello stesso anno, 1864, come attestano gli annunci pubblicitari del periodico Il Pulcinella, Sebastianutti è in grado di aprire,  a nome di Benque,  il nuovo studio in via dell'Annunziata 11, studio che garantisce la possibilità di ritratti eseguiti in qualsiasi condizione di tempo “grazie la grande quantità di luce di cui va ricco lo studio”. La precisazione sulla condizione della luce all'epoca era dovuta in quanto per l'illuminazione ci si basava alla sola luce solare.

Dopo solo cinque mesi, il 5 novembre 1864 compare un articolo elogiativo su Il pulcinella n. 21, nel quale si riconosce al fotografo Benque tecnica, sensibilità e perfezione. Si nominano le sue vedute e in particolare i ritratti a grandi dimensioni.

Lo stesso periodico il 14 gennaio 1865 pubblica un suo grande ritratto caricaturale con una criptica didascalia che cito letteralmente: "E' inutile neanche le celebrità artistiche possono fare miracoli. Pulcinella mette in rivoluzione mezzo mondo. Benque voleva fotografarlo; ma sul più bello trovò un quarto d'inferno riprodotto sul negativo."

In effetti l'espressione riportata sulla faccia del fotografo ripreso nel suo studio, dove un Pulcinella si sottomette alla posa sostenuto dall'apposito reggitore, non dimostra soddisfazione in quanto sulla lastra si sono impressi solo dei diavoletti ! Forse si allude al suo malessere per la mancata celebrità... altr elementi della vignetta alla base del treppiede della  fotocamera compaiono un bottiglione con un homunculus, un altro con il Fiss[aggio] e un contenitore di ....

 

Dal 1865 decide di far pubblicare sull'Almanacco e Guida scematica per Trieste dell'anno 1865 alla voce Fotografi l'indicazione dello studio in via dell' Annunziata 11

L'attenzione al nostro fotografo continua da parte della stampa locale.

Il  periodico settimanale L'Arlecchino, (a. 1, n. 8) il 24 marzo del 1865 pubblica un articolo dal titolo Fotografia firmato da Z. a lui dedicato in cui si elogiano i suoi grandi ritratti ottenuti con dispendiose macchine ingranditrici, ma in particolare si sottolinea l'acquisizione dell'attrezzatura per ottenere delle fotosculture.

In effetti Benque è attento a tutte le occasioni in cui si tratta di fotografia.

Va a Berlino in occasione della I Mostra internazionale di Fotografia a ritirare la medaglia d'oro  di benemeremza ottenuta e ne ritorna con l'apparecchio per realizzare fotografie a grandezza naturale e preannuncia la tecnica della fotoscultura.

 

Sul  n. 10  dell'8 aprile 1865 L'Arlecchino  avverte la propria clientela dell'acquisizione da parte dello studio Benque di una nuova macchina d'ingrandimento per i ritratti a grandezza naturale. Inoltre si permette di render noto ai "fotografi di fuori" d'essere in grado d'aiutarli negli ingrandimenti suggerendo il modo con cui "si devono fare le assunzioni".

Dal punto di vista delle novità tecniche è in prima linea per sperimentarle e metterle in pratica, consapevole che la futura clientela sarà attratta proprio da queste conquiste tecnologiche. Capisce l'importanza dell'aggiornamento  e della conoscenza di quanto avviene in Europa nel settore della fotografia, soprattutto in Germania dove ottiene il suo primo riconoscimento ufficiale, la medaglia d'oro all'Esposizione Fotografica Internazionale di Berlino del 1865. In Italia il 28 maggio 1867 riceve il "supremo ringraziamento per un ossequio al Regno Unito dalla Cancelleria di Corte di Vittorio Emanuele II (1).

 

1. Radacich Maurizio, Le Grotte di San Canziano nelle fotografie di Francesco Benque. Catalogo della mostra spelologica. Trieste : Club  Alpinistico Triestino, 2002. 1 fasc.

 

 

La voce Fotografi nella Guida del 1866, ripetuta nel 1867.

Nel 1866 sposta il suo studio in via dei Fabbri 11 come conferma la Guida scematica dell'anno e lo studio a lui intitolato vi compare anche nel 1867.

 

Francesco Benque

Ritratto di Giuseppe Scarabelli, Trieste agosto 1867

Sul verso compare la medaglia d'oro ottenuta all'Esposizione Fotografica Internazionale di Berlino.

 

Nell'elenco dei fotografi operanti a Trieste compare il nuovo logo nella Guida del 1868 Benque e Sebastianutti.

 

Nel 1868 sulla Guida si dà atto ufficialmente dell'avvenuto incontro tra Benque e Sebastianutti che dal 30 settembre 1867 è diventato socio del fotografo sottoscrivendo un contratto decennale.

Nulla è emerso sulle modalità dell'incontro tra Guglielmo Sebastianutti e Francesco Benque che forse con le sue referenze è riuscito a convincere il socio ad accoglierlo nella sua impresa. La coppia di fotografi funziona e la nuova società assume il logo Benque & Sebastianutti.

La loro professionalità si fa presto conoscere e ben presto ricevono le lodi della stampa locale. Ne Il cittadino del 27 novembre 1868 (a. 3, n. 279) si pubblica del successo ottenuto alla 3. Esposizione universale di fotografia tenutasi ad  Amburgo dai fotografi che "hanno scoperto  il segreto di cogliere e riprodurre con opportuna distribuzione di luce tutto quello che ha di meglio e di più omogeneo il soggetto da ritrattarsi".

L'articolo ricorda pure la loro mancata presenza all'ultima Esposizione industriale di Trieste, "ne fu colpa lo scarso tempo a loro assegnato per la produzione delle loro opere".

Il cittadino del 2 dicembre 1868 (a. 3, n. 283) alla voce Fotografie aggiorna sulle medaglie assegnate ad Amburgo.

Nella prima classe si distribuiscono sei medaglie, ma il premio d'onore va allo studio Benque e Sebastianutti che si impongono sui "più celebri studii fotografici dell'Alemagna"

Anche sul fronte personale dei nostri professionisti avvengono dei cambiamenti.

Sebastianutti, sposa in seconde nozze Amalia Brugger, figlia del Brugger fondatore dell'omonima birreria a Padova. Fa parte della famiglia la figliastra Isabella, frutto del precedente matrimonio della moglie, che diventerà moglie di Francesco Benque.

Ma "mercanzia non vuole amici" - il detto non si smentisce - il rapporto tra affari e amicizia è sempre difficile come pure la coabitazione tra le due famiglie.

I dissapori intercorrorno tra i due soci causati dall'unione tra Isabella e Francesco Benque. Isabella si concede troppi lussi e leggerezza nello spendere ciò porterà allo scioglimento del contratto tra i due soci il 22 settembre 1869.

Benque preferisce lasciare Trieste con la moglie, si rifugia ad Amburgo in Germania dove nasce la sua prima figlia Alba. La destinazione non è casuale, ad Amburgo contatta il cugino e amico d'infanzia Conrad Kindermann, fotografo a sua volta.

L'incontro li porterà all'apertura dello studio Benque & Kindermann in Grosse Bleichen n. 30 nella strada commerciale di lusso della città, letteralmente il nome della via allude ai prati che qui si trovavano che potevano essere usati dagli abitanti per sbiancare il bucato (1). E' da sottolineare che, ben nove mesi prima, Franz Benque aveva fatto stipulare da suo padre Christian Benque, direttore dell'Istituto per sordomuti di Lubecca, a suo nome un contratto con Kindermann per l'apertura di uno studio fotografico in società nel quale si specifica che entrambi i fotografi hanno gli stessi diritti e doveri. L'incontro con Kindermann, era avvenuto nel 1868 alla Mostra internazionale dell'Associazione Fotografica di  Amburgo  dove avevano presentato ed esposto fotografie.

Nel 1869 Benque riceve un altro riconoscimento a Groningen.

 

Note

1. Queste aree erano di uso generale da parte dei cittadini, ma venivano anche utilizzate a livello commerciale dai professionisti per candeggiare la biancheria

 

    

         Benque & Kindermann, Hamburg

        Ritratto d'uomo, 1869 ca.

 

       

 

 

 

 

Sul recto Benque Kindermann Hamburg

Sul verso Benque & Kindermann

 Grosse Bleichen 30 Hamburg

 Erste Preis [Primo premio]: Paris Hamburg Groningen    Berlin Wien     

         

 Verso di un cartoncino che riporta il logo:

Benque & Kindermann

Hofphotographen

HAMBURG, Esplanade 2

 Silberner Pokal Stuttgart 1887 = Coppa d'argento Stuttgart 1887

Ehrenpreis Weimar 1889 1. Staatpreis =

Premio onorario Weimar 1889 1. Premio di stato

 L'imprenditorialità di Benque è inarrestabile come pure le sue fughe.

Nel 1869 apre una filiale dello studio a Brema, gestita da un certo Voigt, conosciuta con il logo Voigt & Benque. L'operazione è forse finalizzata  a garantirsi l'attività in Germania se la fortuna non fosse stata dalla sua parte nei progetti futuri, dal momento che nel 1870 decide di trasferirsi in Sud America, precisamente in Brasile per raggiungere il connazionale Alberto Henschel (1827-1882) (1).

Quest'ultimo è nel paese sudamericano dal maggio 1866 con il socio Karl Heinrich Gutzlaff nella città di Recife dove apre lo studio Alberto Henschel & Cia, poi denominato Photographia Allemà [Fotografia tedesca]. Nel 1867 ritorna in Germania, separandosi dal socio, per aggiornare la sua tecnica grazie all'acquisizione di nuove attrezzature. Nello stesso anno rientra in Brasile nella città di San Salvador e apre un altro studio. La novità è che i suoi studi si rivolgono alla clientela di origine africana, schiavi o liberi che fossero, trattandola con dignità e rispetto.

Nel 1870 apre in Rio de Janeiro un'altra filiale e qui nella capitale dell'impero inizia la sua prospera collaborazione con Francesco Benque. La società Henschel & Benque Photographia Allema  in Rua dos Ourives si specializza nella produzione e commercializzazione di ritratti e paesaggi  realizzati da Karl Ernst Papf, giunto in Brasile grazie all'offerta di lavoro propostagli da Henschel.

Non si sa sino a quando il rapporto tra i due continui, cioè tra Benque e Henschel, è probabile che la loro associazione sia durata sino al 1880.

L'elenco dei premi attribuiti alla coppia mantiene un ritmo annuale:

1872 Prima medaglia d'oro alla XXII Mostra generale di Belle Arti dell’Accademia Imperiale a Rio de Janeiro  con un ritratto del poeta Castro Alves.

1873 Croce d’oro di merito all’Esposizione universale di Vienna.

1874 7 dicembre 1874 riconoscimento di Photographos da Caza Imperial dell’Imperatore del Brasile.

1875 partecipazione alla Mostra generale di Belle Arti dell’Accademia Imperiale a Rio de Janeiro.

 

Note

1. Alberto Henschel nasce nasce il 13 giugno 1827 a Berlino da Moritz e Helene Henschel. Il padre e i suoi fratelli August, Federico e Guglielmo, di origine ebraica, erano arrivati a Berlino intorno al 1806, dove si fecero conoscere e firmarono le loro opere come i  Fratelli Henschel. Non ci sono atti ufficiali sulla su persona o sulla vita professionale nel Regno di Prussia nè si conoscono le ragioni della sua emigrazione in Brasile.

 

 

 Henschel & Benque attr.

 

Castro Alves, Rio de Janeiro 1872 ca.

 

 

Henschel & Benque

Ritratto di donna

Rio de Janeiro 4 novembre 1874

carte de visite

 

 Sul verso dedica manoscritta e data.

 

 

 

Henschel & Benque Photographia Allema

 

Ritratto d'uomo

Rio de Janeiro, 16 maggio 1876

carte de visite

 

Henschel & Benque

La prima carte de visite con il ritratto di donna  riporta sul verso il logo dello studio e la data apposta dalla dedicataria, Rio de Janeiro 1874.

La seconda è il ritratto di Isabel principessa del Brasile del 1875.

Henschel & Benque

Venditrice di frutta, 1875. Padre con in braccio la figlioletta, 1875.

 

Il soggiorno brasiliano di Benque dura sino al 1876, solo sei anni, durante i quali la famiglia s'ingrandisce.

Nel 1872 nasce a Rio de Janeiro Ernst, nel 1873 Alberto e nel 1876 Maria che sopravvive solo tre giorni dopo la nascita. La coppia negli anni vedrà morire altri figli: Antonio nel 1878 a soli 4 mesi, Wilhelmina Josephine nel 1880 a 8 mesi. Tutte queste morti ci fanno riflettere su quanto fosse precaria la sopravvivenza dei bimbi in tenera età. Seguono ancora Egon Jacob Anton nato nel 1882 e Marius Sebastian nel 1884.

Negli anni brasiliani lo studio dei fotografi riceve proprio dalle mani dell'imperatore del Brasile Pedro II un diploma di benemerenza per  il ritratto del poeta Castro Alves presentato alla XXII Mostra Generale d'Arte del 1872 organizzata dell'Accademia d'Arte e Benque viene insignito del titolo di Fotografo imperiale della Corte brasiliana.

Nel 1873 partecipano pure all'Esposizione universale di Vienna meritando la Croce d'oro, nel 1874 ottengono il riconoscimento di Photographos da Caza Imperial dell'Imperatore del Brasile. Nel 1875 partecipano alla Mostra generale di Belle Arti dell'Accademia Imperiale.

Benque nonostante abbia ottenuto anche la cittadinanza del paese, nel 1876 dopo la morte della piccola Maria, decide di ritornare con la famiglia a Trieste dove convivono con il suocero.

La coppia di fatto Francesco e Isabella decide di entrare a far parte ufficialmente della Comunità evangelica augustana di Trieste e il 30 maggio 1876 ricevono la benedizione della loro unione come attestato dal Registro dei matrimoni conservato presso l'archivio della stessa. Vengono uniti in matrimonio dall'officiante il pastore Heinrich Medicus alla presenza dei testimoni Eduard Otto direttore editoriale della Terza sezione del Lloyd austriaco e di Giulio Rossi pittore e fotografo di Milano, residente a Trieste dal 1880, in quanto subentrato nello studio di Luigi Boccalini in piazza della Borsa n. 10.

 

Nota

Si ringrazia la Comunità evangelica augustana di Trieste che mi ha permesso di consultare il Registro dei matrimoni, in particolare la solerte la sig.ra Martini, resasi subito disponibile alla mia richiesta.

 Francesco Benque con i figli Alba, Ernst, Alberto ritratti in studio nel 1877 a Trieste.

Ritorniamo alla realtà triestina.

Dopo l'abbandono del socio, Guglielmo Sebastianutti conduce lo studio da solo a Trieste, lo attestano i recto dei cartoncini che riportano il logo.

 

Sebastianutti non resta inattivo a Trieste. Nel 1870 riceve a Vienna una medaglia d'oro. L'anno successivo partecipa ad una mostra assieme al pittore fotografo Antonio Sorgato, nel 1872 ottiene l'autorizzazione a fotografare il castello di Miramare di cui realizza un notevole album di albertipie. Una copia è  conservata a tutt'oggi presso la biblioteca del Castello di Miramare , un'altra copia presso la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, la terza nella Biblioteca Civica. Una quarta copia è presente presso la  Biblioteca Marciana di Venezia. Su questa impresa del fotografo triestino è da leggere il saggio di Elena De Vecchi (1) che fornisce importanti informazioni sia sulla procedura burocratica seguita dal fotografo per ottenere l'autorizzazione a compiere l'impresa di documentazione del parco e del castello sia la realizzazione degli esemplari che presentano varaizioni nel numero di fotografie usate.

Nel 1873 è insignito della Croce d'oro al merito all'Esposizione mondiale di Vienna e il titolo di Imperiale e Regio fotografo di corte.

La costante presenza del suo studio è attestata dalla pubblicazione sulle annuali Guide scematiche dal 1870 al 1879 all'indirizzo di via dei Fabbri n. 11.

 

Note

1.De Vecchi, Elena L'album di Miramare in: "Due fiorini soltanto. Sebastianutti e Benque fotografi a Trieste". Trieste : Edizioni Comune di Trieste, 2010, p. 147-165

 

La voce Fotografi edita sulla Guida del 1870 .

Sebastianutti è da solo in via dei Fabbri 11.

Sebastianutti

Miramar, Il castello 1872

Sebastianutti

Miramare il castello visto dalla spiaggia, 1872

Perfetti esempi di fotografia iconica: informa ed è riconoscibile all'istante.

Ritratti di Sebastianutti 1869-1879

 

Sebastianutti

Antonietta Fricci Baraldi soprano, Trieste 1878

Sebastianutti

Giovane donna con il ventaglio. Giovane donna appoggiata ad una staccionata.

Ritratti di Virginia Marini attrice drammatica 1872-1874

Il ritratto dell'attrice  Virginia Marini dello studio Sebastianutti è stato fortemente ritoccato al punto di non sembrare un fotoritratto.

I due ritratti del 1874, scattati in due momenti successivi, si presentano notevolmente diversi.

Nel primo lo sfondo è coperto da ingenue pennellate, il secondo invece racchiuso in un ovale sfumato mantiene un'atmosfera misteriosa e gradevole.

Ritratti di Adelaide Tessero attrice drammatica 1878

 Benque riallaccia i rapporti con Sebastianutti che accoglie il vecchio socio e lo fa lavorare, ma solo nel 1879 il nome dello studio verrà cambiato in Sabastianutti & Benque, questa volta, rispetto al passato, il primo nome che compare è quello del fotografo triestino.

La stampa dedica al loro studio sul periodico Il cittadino del 1 e 27  luglio 1879 (A. 14, n. 177, n. 229) due articoli, il primo dal titolo significativo Novità fotografica, che cercano di descrivere il nuovo formato detto piano americano  più adatto alla riproduzione della persona intera, permettendo, "grazie alla sua dimensione di adattarvi uno sfondo che trasforma il ritratto in un vero quadro".

Si riconosce allo studio un'abilità e professionalità non ancora diffusa.

 

Una carellata di ritratti

 

 

 

 

Sebastianutti & Benque

Giovane donna in abito da sposa, Trieste 1879 ca.

 Sebastianutti & Benque

Altri ritratti in studio degli anni Settanta e Ottanta

 

I due soci ben presto incorrono negli antichi dissapori, al punto che Guglielmo già nel 1880 si trasferisce a Milano alla ricerca di una nuova avventura commerciale, accompagnato dal nipote Mario Paroli, nato nel 1857.

Passano nel suo studio personaggi famosi, tra gli altri lo scrittore Giuseppe Verga

La permanenza Sebastianutti non dura a lungo nella città lombarda, il 30 novembre 1881 muore nella clinica neurologica di Monza dove era stato ricoverato.

 

 

  Sebastianutti & Benque

 Giuseppe Verga, Milano 1881

 

Il ritratto è stato eseguito da Guglielmo Sebastianutti a Milano, città dove il celebre scrittore vive dal 1872 al 1893.

 

Benque, rimasto solo, non intende mantenere lo studio milanese e decide di cederlo ai soci Pagliano & Ricordi che si fregiano sui cartoncini del titolo di Successori a Sebastianutti e Benque, mentre a Trieste egli continua l'attività mantenendo la ragione sociale Sebastianutti & Benque e lo studio allo stesso indirizzo in via dei Fabbri 11.

Nel 1883 viene insignito del titolo di Fotografo della corte austriaca, nonostante abbia mantenuto la cittadinanza brasiliana, per cui può stampare sui cartoncini sia lo stemma imperiale austriaco sia quello brasiliano.

Nel 1887 trasferisce lo studio nel cuore della città, in Piazza della Borsa n. 10 e, conscio che è necessario pubblicizzare al massimo lo studio per battere la concorrenza, fa disporre sulla facciata dell'edificio una tabella nera con impresse a lettere cubitali in oro alte 60 cm il logo Sebastianutti & Benque.

 

Sebastianutti & Benque (1879-1898)

Piazza della Borsa, 1887

 

Sebastianutti & Benque (1879-1898)

Piazza della Borsa, 1887

[particolare]

 Ben visibile l'insegna dello studio fotografico al n. 10 di Piazza della Borsa.

Benque  vi si era trasferito nel 1887.

 Benque partecipa all'Esposizione d'arte industriale come avverte  Il Piccolo nell' edizione del mattino n. 2314 del 10 maggio 1888, che gli dedica una breve citazione.

"… Nella stessa sala lo studio fotografico Sebastianutti & Benque espone un ritratto miniatura, bene eseguito; è troppo poco però per presentarsi in un'esposizione".

Un altro suo lavoro è elencato nell'articolo su l'Esposizione lotteria artistica

"Doni pervenuti alla Società della Poliambulanza... Sebastianutti e Benque Veduta di Trieste collezione di 24 fotografie, valore  fr. 150".

 in Il Piccolo : edizione del mattino del 14 aprile 1894. (A. 13, fasc. 4479)

 

Sebastianutti & Benque (1879-1898)

Bagno militare sotto la Lanterna, 1898 circa

positivo : albumina ; 195x255 mm.

 

Bibliografia: F. Zubini, Borgo giuseppino, p. 69

 

Vedute della città colte da Francesco Benque

 

Fotografia

L'articolo compare su L'Adria, a. 15, n. 47 (16 febbraio 1889)

Questa volta alla voce Fotografia viene nominato il solo  Francesco Benque (della ditta Sebastianutti e Benque) che ha ripreso il grandioso e magnifico catafalco nella cattedrale di san Giusto il giorno 9 febbraio 1889 eretto per celebrare l'ufficio a suffragio del Serenissmo Principe Ereditario della Corona d'Austria, Ungheria e Boemia, Rodolfo d'Asburgo morto suicida a Mayerling il 30 gennaio 1889.

Si segnala pure che una copia della fotografia è esposta nella vetrina del signor Zimolo in Corso davanti alla quale si soffermano a lungo i passanti.

 

 

Sebastianutti & Benque (1879-1898)

 

Palombaro sulla riva che si prepara all'immersione, Trieste 1890 circa

Il secondo fotogramma presenta il palombaro pronto per l'immersione.

Un ritratto di  Francesco Benque degli ultimi anni  1900 ca.

Nel 1888 si sperimenta in un'impresa fotografica del tutto nuova: esegue  una quarantina di fotografie delle Grotte di san Canziano, essendo iscritto alla sezione del Litorale della Società Alpina Austro-Ungarica = Sektion Küstenland des Deutschen und Oesterreichischen Alpenverein.

Le riprese in un ambiente naturale così diverso, privo di luce, con notevoli difficoltà da superare non solo per gli spostamenti all'interno, ma anche per il trasporto delle macchine, devono aver destato tra i suoi estimatorie grande ammirazione e stima.

L'impresa segnerà l'apice della sua carriera di fotografo.

Alcuni esempi delle fotografie eseguite nelle Grotte di san Canziano

Dieci anni più tardi, nel 1898, cambia la ragione sociale dello studio in Francesco Benque successore a Sebastianutti & Benque, sono trascorsi 17 anni dalla morte di Sebastianutti.

Nel 1901 si trasferisce a Villaco città natale della moglie Isabella  e qui muore il 30 marzo 1921, a 80 anni compiuti.


Finalità di questo sito

Attorno al tema "Grande Trieste" oggetto di una mostra realizzata dalle istituzioni culturali civiche nel 2015 si è creato un gruppo di studiosi di storia della fotografia che si propongono, senza alcuno scopo di lucro, di utilizzare correttamente la rete per la promozione e valorizzazione del patrimonio di immagini storiche della città di Trieste e della Venezia Giulia, e in particolare di divulgare le ricerche condotte in occasione della mostra 1891-1914 La Grande Trieste, ma anche prima e dopo. 

Uno spazio informativo  è dedicato all'attualità, a  eventi, scoperte, pubblicazioni, legati alla storia della fotografia in Friuli Venezia Giulia.

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