Un caso complesso: I pittori FOTOGRAFI RIEGER

I Rieger e Anna Scrinzi

Giuseppe Rieger (1802-1883)   Carlo Rieger (1830-1896)   Alberto Rieger (1834-1905)

 

a cura di Claudia Morgan

Una famiglia di pittori, disegnatori, litografi e fotografi.

 

Il capostipite Giuseppe Rieger nasce a Trieste nel dicembre del 1802, si forma appena ventenne all'Accademia di Belle Arti di Vienna, ritornato in città, lavora soprattutto come litografo di vedute e di marine. Nell'arco degli anni 1831 - 1836 partecipa all'ideazione della serie di venti litografie con "Vedute di Trieste", eseguita insieme a Nicolò Pertsch e Tommaso Viola.

Nel 1838 in un articolo pubblicato su "La Favilla" del 25 novembre intitolato Di alcuni artisti triestini viene citato per le sue vedute in particolare per gli effetti di luce sul mare e in cielo.

Nello stesso anno il Lloyd Austriaco inaugura un servizio di linea da Trieste fino alle Bocche di Cattaro e, per illustrare i propri itinerari, la Compagnia affida al Rieger il compito di riprodurre i paesaggi e i porti dell'Istria e della Dalmazia. Viaggia lungo la costa adriatica e nel 1845 presenta il primo volume la Costa occidentale dell'Istria. Disegnato per ordine dello Stabilimento suddetto da Giuseppe Rieger. Trieste : Litografia B. Linassi che si presenta come il tipico souvenir formato da una striscia ripieghevole facile da consultare. Nel 1850 firma il Panorama della costa e delle Isole di Dalmazia nei viaggi dei Piroscafi del Lloyd Austriaco. Disegnato per ordine dello Stabilimento suddetto da Giuseppe Rieger. Trieste : Litografia B. Linassi e C., 1850 (1).

La sua vita si svolge tutta a Trieste, si sposa con Maria Ruthner (Wolfsberg, Carinzia 1807-Trieste, 1888), ha quattro figli: Carlo, Alberto, Federico e Giulio (2). Muore a Trieste il 27 giugno 1883.

 

1. Mithad Kozlicic,  Giuseppe Rieger ed i suoi panorami della Dalmazia in "Atti", v. 28 (1998), p. 287-356

2. I fratelli Rieger figli di Giuseppe grazie alla ricerca effettuata presso l'Anagrafe storica del Comune di Trieste:

Carlo, nato nel 1830, pittore e litografo, celibe, senza figli, muore il 26 marzo 1896 ad Alessandria d'Egitto;
Alberto, nato 6 maggio 1834, disegnatore, sposato con Cuberle Luigia nel 1862, si stabilisce a Vienna dal 1870, qui muore il 5 febbraio 1905;
Federico, nato 5 agosto 1837 agente di commercio, celibe, si trasferisce a Vienna nel 1889;
Giovanna, nata nel 1841 [nata morta];
Giulio, nato 17 marzo 1844, agente di commercio, si sposa
il 15 ottobre del 1870 con Luigia Fischer (Trieste, 1850-1940) figlia di Antonio Fischer mercante e Teresa Botrich cattolici, dalla quale ha nove figli, muore a Trieste il 6 luglio 1918 [cfr. Bando nuziale in S. Maria Maggiore e in S. Giusto].

Citazione del pittore Giuseppe Rieger nell'articolo Di alcuni artisti triestini in "La favilla", a. 3, n. 17 (25 novembre 1838)

Giuseppe Rieger, Panorama della Costa e delle Isole di Dalmazia... Trieste : Litografia di B. Linassi, 1853

Frontespizio

Giuseppe Rieger è un artista noto in città che gli riconosce i suoi meriti dandogli spazio sulle notizie edite sui periodici. L'Osservatore triestino n. 565 del 16 gennaio 1841 presenta la sua opera con un Annunzio artistico.

L'episodio storico rappresentato, la Presa della fortezza di San Giovanni d'Acri, così come viene descritta, anticipa la tecnica che sarà pienamente adottata dal figlio Alberto. La battaglia è inserita in una scena di marina che per gli effetti di luce e di vento sulle navi ottiene la piena approvazione dell'articolista che non dimentica di nominare la Ditta litografica di Linassi e Comp.

Veduta di Trieste dal monte di Opicina, 1836. La tempera [o aquerello in L. Ruaro Loseri, Il paesaggio nella pittura triestina, Trieste : Assicurazioni generali, 1994, p. 31], esposta al Gabinetto Disegni e Stampe dei Civici Musei di Storia ed Arte raffigura una veduta di Trieste colta dalla riva d'Opicina, cioè dalla attuale terrazza belvedere dell'obelisco.

Il gioco della bocce, 1840 ca. Dipinto del Lascito Fonda Savio conservato presso l'Archivio degli scrittori e della cultura regionale dell'Università degli studi di Trieste.

Carlo nato nel 1830 a Trieste, primogenito, segue le orme del padre, è pittore, litografo e fotografo. Muore nell'ospedale prussiano di Alessandria d'Egitto il 26 marzo 1896. La foto è della Vienna-Oesterreichische-Nationalbibliothek.

 

Alberto Rieger (1834-1905). La foto è della Vienna-Oesterreichische-Nationalbibliothek.

 

Alberto nato il 6 maggio 1834 inizia la sua carriera come pittore di paesaggi e litografo (1). Studia grazie all'interessamento del Barone Pasquale Revoltella, all'Accademia di Venezia. Nel 1862 si sposa con Luigia Cuberle.

Negli anni 1861-1863 come attestano le Guide scematice del 1862-1863 il suo studio compare sotto la voce Pittori e ritrattisti in Barriera vecchia 1234.

Nel settembre del 1863 apre uno studio di pittore e fotografo in Corso 663- 27 Casa Deseppi, si sposta nel 1864 sino al 1866 in piazza Ponte Rosso 811-5 Casa Opuich come si legge sugli avvisi pubblicitari pubblicati su Il Pulcinella nei mesi di novembre e dicembre. La novità consiste che lo studio è diventato solo fotografico.

Sulla Guida scematica del 1867 e del 1868 scopriamo che il suo studio di pittore è traslocato in via Artisti 8 mentre il suo studio fotografico non è più segnalato sulle Guide.

Attua un importante trasferimento nella seconda  metà del 1868 quando si sposta per lunghi periodi a Vienna, e dal 1874 abita stabilmente in Margarethen Wehegasse 2, consolidando una notevole fama.

Muore nella capitale il 5 febbraio 1905 (2).

 

1. L'anno di nascita è diventato una questione che varia da citazione a citazione, 1832, 1833, 1834.

2. La studiosa Francesca Nodari esperto storico dell'arte conferma tale data nel Catalogo integrato del Comune di Trieste. La scheda Erpac riporta invece l'anno 1904 come pure la nota di L. Ruaro Loseri (in Il paesaggio nella pittura triestina. Trieste : Assicurazioni Generali, 1994, p. 95) che cito "I dati anagrafici sono stati rettificati dopo il reperimento di una lettera datata 10.10.1916 che riporta notize di Giulio Rieger [fratello minore dei quattro], impiegato alla Cassa di Risparmio di Trieste, sul fratello Alberto e sul padre Giuseppe, fornite al dottor Edoardo Loser". Evidentemente non sempre le memorie storiche familiari sono corrette.

 

Avviso edito su il Diavoletto a. 16, n. 220 del 23 settembre 1863.

Alberto Rieger apre il suo studio fotografico e pittorico in Corso casa Deseppi al quinto piano, ultimo piano privilegiato dai fotografi  per le condizioni ottimali di luce. Evidentemente il nome del proprietario del caseggiato identificava con precisione il numero civico, 663.

 

L'avviso viene ripetuto nei n. 223, 226 (26, 30 settembre 1863) e n. 229, 232 (3, 7 ottobre 1863).

 

 

Interessa sottolineare che entrambi i fratelli ad un certo punto della loro vita, prendono una decisione che li accomuna, aprono degli studi fotografici in Corso: Alberto dal 1864 in casa Deseppi 663 al n. 27 e Carlo dal 1864 in Casa Chevesich 670 al n. 41.

 

 

In piantina evidenziati i numeri 663 e 670 che contraddistinguono i caseggiati dei due studi fotografici, non molto distanti l'uno dall'altro, su una direttrice importante della città.

Evidentemente la scelta della nuova professione non li vedeva antagonisti, anzi forse potevano giocare su una sfida di rimandi rispetto alla clientela..

Casa Chevesich ripresa il 13 febbraio 2023 dall'autore.

 Il nome di Alberto Rieger non compare nell'avviso pubblicitario che segnala l'apertura del Nuovo Studio Fotografico e lo spostamento dello stesso avvenuto già nel 1864 in casa Opuich.

La Direzione vuole solo ribadire la precisione di ritratti eseguiti secondo "i metodi più recenti". Scompare l'aggettivo pittorico, indizio della nuova carriera a cui si appresta Alberto.

in Il Pulcinella, a. 1, n. 23 (11 novembre 1864) e ripetuto n. 24 e  26 (19 novembre e 3 dicembre 1864)

 

 

 

Casa Opuich in Piazza Ponte rosso

Alberto Rieger (1834-1905)

 

Castello di Miramare in costruzione 1856

disegno su carta acquerellato.

La datazione si basa sullo stato dei lavori appena iniziati, tenendo conto che il castello fu costruito a partire dal 1856 e terminato nel 1860.

Le vedute dei castelli di Duino e di Miramare di Alberto Rieger sono presenti alla Prima esposizione di Belle Arti organizzata dalla Società Schiller il 14 agosto 1862, a presentare l'abilità degli artisti locali.

 

La Società Schiller e la sua prima esposizione di belle arti  in: "Osservatore triestino", n. 56 (14 agosto 1862)

 

Esempi della duplice attività artistica di Alberto.

Castello di Miramare, 1863

carte de visite

 Castello di Miramare da Grignano, 1863

positivo all'albumina, 170x220 mm.

Castello di Miramare, 1863

litografia

Alberto Rieger, Miramare, 1863

disegno su carta acquerellato ; 155x243 mm

Il disegno incorniciato è conservato presso la Sede del Dipartimento studi umanistici smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Lascito Fonda Savio.

 

La carte de visite, la litografia e i disegni propongono la stessa veduta con la sola variazione della ripresa, negli ultimi resa da una distanza maggiore rispetto alla carte de viste con notevoli effetti di luce. La data, si può giudicare, è la stessa basandosi sullo stato dei lavori del castello ormai terminati e sulla nascente vegetazione.

Un particolare da notare: nel disegno acquerellato sulla banchina che chiude il porticciolo non è ancora collocata la sfinge in granito rosa che Massimiliano aveva ricevuto in dono nel 1855 dal Khedive al Cairo.

In rete si trovano molti quadri ad olio del Castello di Miramare che documentano la notevole produzione dell'artista e se ne deduce la grande richiesta del soggetto.

Altre vedute del Golfo di Trieste riprese dalle alture che si alzano subito a ridosso della città, due quadri ad olio e un'incisione databili post 1860. Interessante è l'operazione storica che si propone Alberto:  un recupero dello sviluppo della città basato sulla sua immaginazione pittorica e sui dati storici visibile nelle sue litografie.

 

Squadra navale con l'imperatore Ferdinando I in  visita a Trieste nel settembre 1844.

Nelle collezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte

 in: L. Ruaro Loseri, Scene storiche nella pittura triestina, Trieste : Assicurazioni generali, 1994, p. 80-81. L'autrice lo definisce un "vedutista di gusto originale. accurato nel disegno e molto personale nella scelta dei colori: dipinse ad olio ma preferì l'acquarello."

Piazza della legna e Teatro Armonia, 1867. Nuovo teatro Armonia, 1860 ca. stampa litografica. Teatro l'Armonia Trieste, 1860.

Sia la fotografia sia le incisioni sono firmate da Alberto Rieger.

Alberto Rieger, Ferdinandeo 1868

acquerello su carta, 384x267 mm

Le vedute "a volo d'uccello" di Alberto Rieger

 

 

Una nuova veduta di Trieste

 Articolo edito su Il diavoletto, a. 15, n. 101 (29 aprile 1862) che ci permette di datare la litografia e di affermare che l'espressione a volo d'uccello è scelta dallo stesso artista oltre a supporre una precisa datazione.

Alberto Rieger si conquista una certa fama a Trieste per la sua abilità nel produrre vedute "a volo d'uccello", che rappresentano anche una preziosa documentazione storica dello sviluppo del porto di Trieste nei secoli.

Ampia è la gamma di vedute del porto di Trieste visto dal mare e nei suoi aspetti più curiosi, come il bagno galleggiante Maria all'interno del golfo.

Raggiunge una notevole fama per l'esecuzione del grande olio del Canale di Suez per Pasquale Revoltella che fu il maggiore promotore e finanziatore dell'impresa. La tela  127x180 cm firmata e datata 1864 "fotografa" con precisione la situazione dei lavori del canale di Suez cinque anni prima del completamento. Il pittore "trascura le regole della prospettiva aprendola ad un paesaggio vastissimo. Un lavoro eccezionale costruito sulla scorta di fotografie e di schizzi tratti dal vero da altri" vedi L. Ruaro Loseri, Il paesaggio nella pittura triestina, p. 95.

L'importanza dell'evento storico riguardante lo scavo dell'Istmo di Suez, fa la fortuna di Alberto che produce  anche una notevole incisione colorata, che, riprodotta in più copie poteva essere venduta dalla litografia.

Alberto Rieger, Sbarco del feretro di Massimiliano I Imperatore del Messico a Trieste, 18 gennaio 1868

 In: Laura Paris, Immagini di un'epoca. L'opera di Giuseppe e Alberto Rieger nella Trieste ottocentesca, p. 86

L'articolo intitolato Un magnifico spillone da petto e la medaglia d'oro del merito apparso su il Diavoletto n. 227 del 5 ottobre 1869 segnala le onorificenze assegnate ad Alberto, lo spillone dall'imperatrice per l'album delle vedute del litorale e la medaglia dall'imperatore per il grandioso panorama di Vienna a volo d'uccello. Il giornalista che si firma con l'acronimo F.S.T. rivela che il pittore dal 1868 vive a Vienna e non ha timore di definirlo Il poeta nella riproduzione della natura.

L'articolo intitolato Alberto Rieger riprende su il Diavoletto n. 232 del 10 ottobre 1869 le lodi dell'artista enumerando le sue opere, ben otto, esposte a Vienna. Sono tutte vedute di paesaggi ma anche di marine con l'immancabile Castello di Miramare e il Castello di Duino. L'ammirato articolista le descrive puntualmente e si firma con il già noto acronimo.

 

 Bibliografia

Fondamentale sull'attività di Giuseppe e Alberto Rieger è il saggio di Laura Paris, Immagini di un'epoca : l'opera di Giuseppe e Alberto Rieger nella Trieste ottocentesca in "MDCCC 1800" n. 3 (20014), p. 77-97

 

La sua produzione di ritratti fotografici in studio che fanno e faranno la fortuna di tanti professionisti sono pochissimi in rete. Molto probabilmente, ma non ne abbiamo le prove, ha preferito dedicarsi a fotografare la città e a produrre vedute.

Un unico esempio conservato nella Fototeca dei Civici Musei è databile al breve periodo d'apertura dell'anno 1864.

La coppia si presenta in una posa inconsueta, questa volta è il giovane uomo che è seduto su un divano mentre la donna è in piedi, alle sue spalle appoggiata al divano, in abiti modesti e con un'espressione insofferente.

La parete di fondo è decorata da quadri di vari formati, ritratti e paesaggi.

Carlo Rieger (1830-1896)

La storia professionale di Carlo è più complessa.

Celibe, abita in via Traversa del Bosco (nel rione periferico di Chiadino) n. 1234 in collina dove forse poteva godere di una veduta del porto e della città.

Risulta titolare del Nuovo studio Fotografico Al Progresso  in Corso 670-41 Casa Chevesich dal 24 settembre 1864 al 19 agosto 1865 anche se in effetti il suo nome non compare negli annunci pubblicitari in quanto preferisce definirsi solo con l'appellativo allievo di Gustave Le Gray.

In seguito svolge le funzioni di direttore nello stesso studio che è intestato ad A. Scrinzi dal 20 agosto 1865 al 1873.

Sulle Guide scematiche dal 1862 al 1864, negli anni immediatamente precedenti, questa sede risulta occupata dal fotografo ungherese Giuseppe Malovich, quindi doveva avere tutte le prerogative adatte di luce e di disposizione degli spazi. Un'osservazione nasce spontanea è uno scambio di studio tra litografi/fotografi.

Nel 1865 la Guida dell'anno segnala a questo indirizzo Carlo come fotografo, ma già nel 1866 lo studio è intitolato ad A. Scrinzi e tale nome comparirà sulle Guide sino al 1873.

Riteniamo che Carlo, animo appassionato, si sia messo nei guai con la giustizia per il suo talento di abile vignettista. Infatti il 9 maggio del 1867 affronterà un processo, che riporta come oggetto il capo d'accusa, "per crimine di offesa alla Maestà sovrana ex § 63 Cp." che lo vede accumunato al giornalista Giuseppe Alfonso Bertolini redattore dei periodici La Satira, Il Gallo, Il Gallo e la gallina. Il tutto è legato alla sua  vignetta apparsa su n. 1 del periodico Il Grillo e ripetuto su Il Gallo e la gallina, nonchè sui n. 4 e 5 de La Satira che verranno ritirati e distrutti, in cui aveva ben illustrato i suggerimenti dal redattore Bertolini. Entrambi verranno condannati, il Bertolini considerato più responsabile ad una pena severa cioè "a sei mesi di carcere duro, inasprito ad un digiuno al primo venerdì di ogni mese e alla multa di fiorini cento", mentre Carlo considerato reo con minore responsabilità, ad un mese di carcere semplice, inoltre dovranno sostenere tutte le spese legate al processo. Interessante è la nota che viene riportata nella trascrizione del processo: è stata convocata come testimone anche Anna Scrinzi, ritenuta a conoscenza dei fatti e comunque coabitante del fotografo.

 Nel 1874 Carlo si riappropria del suo logo, si sposta in via Farneto 18 al terzo piano e vi rimane da solo sino al 1875, dal 1876 si associa con il fotografo Francesco Ortolani assumendo il logo Rieger C. & Co., dal 1877 Francesco Ortolani gli subentra nello studio.

Dal 1877 al 1882 perdiamo le tracce del nostro artista, ma questa volta il nostro inquieto personaggio forse si è allontanato dalla città per compiere dei viaggi.

Il nome di Carlo Rieger ricompare sulle Guide dal 1882 al 1883 in piazza Ponterosso 4, ma già nel 1884 nello stesso studio subentra il fotografo Giacomo Luzzatto (1827-1888) che risiede a Trieste dal 1880 in Piazza della legna (via Fornace n. 8 secondo piano a piedi prima della Scala dei Capuccini), proveniente da Fiume dove aveva lavorato dal 1860 al 1869 prima di trasferirsi a Gorizia dal 1875 al 1879 in via del Giardino 33.

 

 

 

Avviso pubblicitario intitolato Nuovo Studio fotografico Al Progresso pubblicato su Il Pulcinella n. 15 del 24 settembre e ripetuto sul n. 16 del 1 ottobre e n. 17 dell'8 ottobre 1864.

Come si è sottolineato il nome del fotografo non compare, ma "è diretto da un allievo di Gustave Le Gray".

Un servizio dedicato nel 1875 da Carlo all'Orto lapidario che era stato inaugurato l'8 giugno 1843.

Il primo fotogramma presenta l'Orto lapidario con la veduta degli archi ciechi dove nel 1873 furono murate iscrizioni e frammenti della Collezione Zandonati sullo sfondo il Campanile di San Giusto, il secondo offre una visione di altri archi ciechi con le iscrizioni tergestine sullo sfondo in basso il tempietto-gliptoteca con all'interno il Cenotafio di Wincklemann, il terzo una parte di monumenti dell'area capitolina.

Anna Scrinzi (1825- ) o Carlo Rieger

alias A. Scrinzi fot. Studio Fotografico Al Progresso, Studio fot. C. Rieger, Fot, C. Rieger, Fotografia C. Rieger; Studio fotografico A. Scrinzi, Fot. A. Scrinzi in Trieste, A. Scrinzi fot.

 

Aprendo la nota biografica non posso non collegarmi all'articolo comparso sul "Piccolo" di Trieste il 7 maggio 2023 a firma di Claudio Ernè, che, con il tipico sensazionalismo giornalistico afferma nel titolo: È della pioniera Anna Scrinzi la prima immagine del Porto vecchio di Trieste.  Titolo che, in verità, potrebbe essere facilmente smentito dalla produzione di altri fotografi, e anche per quanto riguarda la "pioniera"  non è proprio aderente al vero. Del resto la relatrice che ne ha parlato al convegno sulle reti degli archivi fotografici del 5 maggio, Claudia Colecchia, aveva affermato proprio questo. 

Mi pare utile, pertanto, dare conto qui della mia lunga ricerca sulla "fotografa" Anna Scrinzi, che arriva a conclusioni molto diverse. 

Il 20 agosto 1865 Anna Scrinzi, da coperatrice in fotografia, diventa "fotografa" nello studio in Corso n. 670-41 (attualmente Corso Italia 31) dove già lavora e che sino a tale data qualificava professionalmente solo Carlo Rieger.

Finalmente una donna imprenditrice-fotografa! - viene da affermare -.

Si scioglie così il logo A. Scrinzi, che appare su moltissime carte de visite, grazie alla firma sul documento di passaggio di ruolo e responsabilità all'interno dello Stabilimento fotografico Al Progresso che “seguirà eseguire ogni genere di lavori compreso lo passato sotto la detta Anna Scrinzi coperatrice in fotografia e sarà diretto da C. Rieger”, conservato all'Archivio di stato di Trieste negli Atti presidiali riservati sotto il titolo “Comunicazione all'I. R. Direzione di Polizia sul cambiamento di operatore fotografico” (b. 55, f. 1669).

Lo studio negli anni precedenti era occupato da Giuseppe Malovich o meglio Mallowitsch, lo attestano le Guide scematice del 1863 e del 1864, un ungherese con cui Carlo condivide la professione di litografo, in casa Chesevich, casa costruita nel 1858 per un banchiere ed armatore, la tipica casa ad angolo acuto posta all'incrocio con il Corso.

 

 

 

 

L'importante documento che attesta il cambiamento nella conduzione dello Studio fotografico e del logo è indirizzato all'Illustre I.R. Consigliere di Governo e Ispett. di Polizia sig. G. Kraus

 

Archivio di Stato di Trieste. I. R. Direzione di Polizia. Atti Presidiali Riservati (1814- 1918) busta 65 fasc. 1669

 

Trascriviamo il testo manoscritto per una più comoda lettura:

 Cessato d'esistere col dì di ieri 19 agosto il mio Stabilimento fotografico al Progresso via Corso Casa Chevesich N. 670/41.

Noto che questo stabilimento seguirà eseguire ogni genere di lavori come per lo passato sotto la detta Anna Scrinzi coperatrice in fotografia e sarà diretto  da C. Rieger, col dì 20 agosto 1865.

Salutando con stima

 C. Rieger

Anna Scrinzi

 

Trieste li 20 agosto 1865

Una donna alla ribalta! Ma la storia di Anna porta alla luce una realtà diversa.

È una semplice sarta che, - per motivi non ancora individuati - su richiesta di Carlo, con cui convive assieme alla figlia, si offre come prestanome.

Il suo destino molto comune alle giovani inesperte e povere, dopo la seduzione, è quello che prevede la fuga dal luogo natale per ritrovare una fonte di vita e di sopravvivenza nel grande porto austro-ungarico.

Nata nel 1825 a Villa Lagarina, un comune sito a nord di Rovereto (genitori Leonardo Scrinzi e Domenica Andreolli), è una semplice cucitrice, una sarta. Dai registri dell'Istituto alle Laste si ricava che si presenta all'I.R. Istituto delle partorienti l'8 luglio 1851 alle 5 del mattino e lì risiede fino al parto, avvenuto il 30 agosto alle 3 e mezzo di mattina. Anna viene dimessa dall'Istituto il 15 settembre successivo "essendo inetta al baliatico". Si deve sapere che le donne, accolte gratuitamente all'Istituto, dovevano prestare servizio di balia per almeno tre mesi, Anna evidentemente non era in grado di allattare o non era in salute (il motivo dell'"inettitudine" non è specificato) e quindi esce dall'Istituto pochi giorni dopo la nascita della sua bambina.

Bambina che il 9 ottobre dello stesso anno viene data in custodia a due genitori affidatari, Domenico e Giuliana Dalvit di Grumes, paese della Val di Cembra (1).

Non sappiamo quando decide di allontanarsi dai luoghi natii, certo è che questa donna coraggiosa prende una decisione importante. Lascerà la sua realtà, le sue montagne, la comunità, per tentare la fortuna a Trieste, mitico porto dell'impero. Nel censimento del 1868 Anna Scrinzi quarantatrenne con la figlia illegittima Gaetana, ormai diciassettenne, risulta abitare con Carlo Rieger nella sede dello studio. Quindi deduciamo che la donna ha voluto per sè e per la figlia darsi la possibilità di una vita diversa a Trieste.

All'epoca la presenza di una donna in uno studio fotografico era indispensabile, per varie ragioni.

Doveva essere in grado di accudire al guardaroba messo a disposizione dei clienti, perché molti popolani, non possedendo un abito adatto, si potessero “travestire” con indumenti o accessori così da rendersi più rispettabili. In particolare le signore venivano affidate all'aiutante dello studio a scegliere l'abito che valorizzasse la loro figura, ad aggiustare le acconciature e i cappellini, ad assecondare le pose suggerite dalle indicazioni del fotografo. Inoltre molte donne abili disegnatrici potevano avere anche un ruolo più impegnativo e professionale all'interno dello studio, se avevano abilità pittoriche, eseguendo le correzioni alle lastre e le più abili a colorare i positivi.

Ritornando all'atto registrato dal tribunale comprendiamo che è una pura formalità l'attribuzione ad Anna dell'intitolazione dello studio affidandone la conduzione al trentacinquenne Carlo Rieger, che, per oscuri motivi o interessi, non vuole o non può ottenerla.

Il fatto che Carlo non si sia mai sposato può indurre ad ipotizzare che fosse unito more uxorio con la sua collaboratrice, donna più anziana di lui ma capace e decisa.

Altra ipotesi più cruda e realistica suggerisce che forse la giovane figlia di Anna, Gaetana, sia stata la cerniera del sodalizio lavorativo ed affettivo.

Già il 2 settembre, un mese dopo le formalità segnalate, apparirà la pubblicità del Nuovo studio fotografico A. Scrinzi a tutta pagina sul periodico settimanale Il Pulcinella politico che presenta una strana didascalia a noi alquanto oscura, in quanto possiamo solo intuire a che situazione si riferisca  “Alla volpe non piaciono le ciliegie perché non arriva a prenderle. Taluno non vuol avvisi perché non glieli danno. Il Pulcinella li accetta e li porta illustrati.” Le offerte per chi ordina una dozzina di copie sono espresse in fiorini, inoltre si vanta una “pronta e nitida esecuzione”, “ritratti senza ritocco”, “valente artista operatore”. 

Il nuovo studio assume “commissioni per l'esecuzione di vedute di casini di campagna, interni di fabbriche, bastimenti, vedute d'ogni genere, panoramiche e stereoscopiche, a mezzo d'un metodo del tutto nuovo”:

vantare delle novità è un obbligo dettato dalla concorrenza che diventa sempre più agguerrita.

Nello studio continua il menage casa/lavoro tra Anna, Gaetana e Carlo che lo contraddistingue sin dall'inizio.

 

 

1. Dati forniti da Fiammetta Baldo dell'Archivio provinciale di Trento che si è appassionata alla storia di Anna e che mi ha inviato i dati della sua ricerca.

Avviso pubblicitario a piena pagina Nuovo studio fotografico A. Scrinzi apparso su Il Pulcinella politico a. 1, n. 4 del 2 settembre 1865. L'indirizzo è sbandierato: Corso in casa Chevesich n. 670/41.

Interessanti le offerte proposte sugli scudi: Vedute riproduzioni, Tariffa ritratti d'album fiorini 3,50 la dozzina, Viglietti da visita coloriti [sic], Ritratti dogni grandezza [sic], Ritratti senza ritocco iscrizione su cartiglio, Valente artista operatore iscrizione sulla tenda.

 

 Nuovo studio fotografico A. Scrinzi. Corso, Casa Chevesich Nro. 670-41 accanto alla Trattoria al Monte verde.

L'avviso viene ripetuto nel mese di settembre il 16 e il 30 del 1865 in forma più modesta, con importanti precisazioni.

I ritratti possono anche essere colorati, ma ad un prezzo maggiorato.

Importante è la disposizione a riprendere case di campagna, interni di fabbriche, bastimenti, vedute d'ogni tipo, panoramiche e stereoscopiche.

Sono proprio queste ultime che si conservano numerose nella Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte che ho avuto l'esperienza di catalogare.

 

Un avviso appare a fine anno sul periodico L'Arlecchino n.32 del 23 dicembre 1865.

E' un richiamo che si presenta molto appetibile anche se i prezzi, se pur modici, sono gli stessi proposto mesi addietro.

Vogliamo mettervi e metterci alla prova.

Abbiamo voluto mescolare i positivi firmati da entrambi i fotografi della Riva Mandracchio databili 1878-1880. Sapremo distinguerli?

Anna Scrinzi                                                                              Carlo Rieger

                                                                                     Carlo Rieger                                              

Carlo Rieger                                                                                    Anna Scrinzi

Anna Scrinzi                                                                                   Carlo Rieger

                                  Anna Scrinzi       

Confrontando le varie vedute comparse con il nuovo logo si constata che, in realtà, Carlo Rieger continua a riprodurre sotto il nome di copertura le fotografie che rivelano la sua formazione di pittore e lo stile di un abile incisore. Gli scatti sono presi da più punti di vista, da varie altezze, mai dal basso, così da rispecchiare una prospettiva che allarga lo sguardo e invita ad alzare gli occhi.

Anna pseudo Carlo lavora con lo stesso gusto estetico tale da confonderci.

Il Nuovo studio fotografico A. Scrinzi propone nel modesto formato carte de visite interi servizi di vedute della città e del porto, che molto probabilmente avevano un notevole successo fungendo da piccoli ricordi da acquisire per essere mostrati nei salotti.

1.             Anna Scrinzi,  Riva Grumula, [ante 1873] F10886

2.             Anna Scrinzi, In rada- Trieste [1870] F340

3.             Anna Scrinzi,  Molo san Carlo e rada, [1870] F342

4.             Anna Scrinzi, Veduta del porto con la Lanterna, [1870] F217

 

5.             Anna Scrinzi, Veduta dal mare, [1870] F212

6.            Anna Scrinzi attr., Veduta del porto, [1870] F222

 

7.             Anna Scrinzi, Veduta da Sant'Andrea, [1870] F11950

8.             Anna Scrinzi,  Lanterna[1870] F359

9.          Anna Scrinzi, Grandi velieri in rada, [1870] F267

10.        Anna Scrinzi, Molo san Carlo  [1870] F335

 

B. Rieger, Veduta di Trieste , 1870 ca.

La foto compare nel volume Il secolo asburgico 1848-1916 : fotografie di un impero / a cura di Zeffiro Ciuffoletti ; testi di Gianfranco Battisti [et al.] p. 183

L'attribuzione a B. Rieger è sicuramente uno svarione tipografico.

La Veduta dal colle di Montuzza del 1874 presenta in primo piano una bambina infagottata in abiti modesti.

Lo sguardo corre subito a lei che sembra accorgersene e volge la testa per vedere che succede. Il terreno vicino alle mura della città si presenta ricco di pietre, sconnesso, a destra stracci appesi ad asciugare in un recinto murario. Solo in un secondo tempo solleviamo gli occhi e guardiamo la città che in primo piano offre solo tetti e la cupola con i campanili della chiesa di Sant'Antonio Nuovo. Il profilo dell'altopiano sul golfo si perde in un cielo latteo. Un quadro offertoci da Anna/Carlo che ci attrae per l'unica presenza umana, sola con la sua ombra.

Una fotografia capolavoro di Anna Scrinzi alias Carlo intitolato In rada del 1873 ca.

Definiamo questa veduta in modo enfatico perchè il nostro fotografo ha messo in pratica gli effetti di luce e il controluce che evidenziano le sagome dei velieri. Non dimentichiamo che Carlo si proclama già nel 1864 un allievo di Gustave Le Gray dimostrandosi attento agli sviluppi della fotografia e alle nuove tecniche sperimentate dal maestro francese.  Per rendere il cielo e il mare con un effetto virtuoso usa la  "stampa combinata" ricorrendo al trucco dell'unione di due fotogrammi, affascinato dagli effetti di luce e dalle mutevoli atmosfere.

Le fotografie di Gustave Le Gray che vi proponiamo sono un esempio che Carlo ha cercato di imitare.

 

Un'ulteriore prova della improbabile collaborazione tra Carlo Rieger e Anna Scrinzi.

Il primo fotogramma riporta il logo di C. Rieger, il secondo il logo di A. Scrinzi, si tratta della Vecchia Piazza Grande ripresa prima del 1870. Nonostante la stampa poco accurata del primo positivo, non c'è dubbio che la lastra da cui sono tratti sia l'uno che l'altro positivo è lo stessa, cioè Carlo è l'artefice  e Anna il suo prestanome. Il nome di Anna Scrinzi scompare dalle Guide dal 1874, ma ricompare Carlo in via Farneto 18 al terzo piano dove continuerà ad operare da solo sino al 1875 e con un socio nel 1876. Il nome del socio lo scopriamo l'anno dopo sulla Guida del 1877 è Francesco Ortolani che ormai è subentrato a Carlo nello studio.

Dal 1877 al 1882 non sappiamo più nulla di lui o per lo meno dove si sia trasferito.

Ricompare il suo nome tra i fotografi sulla Guida del 1882 in via Ponte rosso 4 dove lavora da solo o con un socio tale Giacomo Luzzatto (1827-1888) sino al 1883, ma sulla Guida del 1884 allo stesso indirizzo è presentato solo il Luzzatto (1).

Poi non sappiamo più nulla di lui nè tanto meno di Anna Scrinzi o per lo meno non da fonti reperibili a Trieste.

Muore ad Alessandria d'Egitto il 26 marzo 1896, come anticipato, forse inseguendo una fortuna o una nuova fama. La città egiziana era diventata meta di fotografi europei durante i lavori e l'inaugurazione del Canale di Suez del 17 novembre 1869, forse Alberto l'aveva già visitata o per lo meno si era documentato sui luoghi che avrebbero visto la grande impresa.

Il richiamo per Carlo ormai cinquantenne forse sta in questo clima e l'attrazione per l'Africa diventa una realtà. Di sicuro si imbarca su una nave del Lloyd per raggiungere Alessandria e lì perdiamo le sue tracce... era solo o fuggiva dalle sue donne ?

 

1.

Giacomo Luzzatto di nazionalità italiana è stato un pioniere della fotografia a Fiume dal 1860 al 1869 e a Gorizia dal 1875 al 1879 in via del Giardino 33/77 in : Brambilla, Giancarlo Censimento degli studi fotografici dal 1860 a Gorizia e in provincia in Il territorio : studi e note di intervento culturale dalla Bisiacaria alla Mitteleuropa , A. 12, n.s. n. 11/12 (giugno-dicembre 1999), p. 80.

 

 




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