Il pubblico è abituato ad altre novità che giungono sulla piazza e che implicano la possibilità di godere di spettacoli alla portata di chi non ha molto denaro da spendere.
L'avviso compare su La guardia nazionale del 9 settembre 1848 n. 21.
Edoardo Lussemberg, non ben identificato, presenta al Teatro nazionale o Corti i suoi quadri dissolventi conosciuti come le dissolving views molto simili ai diorami dipinti.
L' invenzione dei quadri dissolventi si deve a Paul de Philipsthal che nel 1804 ottiene l'effetto dissolvenza allineando la proiezione di due immagini
corrispondenti e diminuendo lentamente la prima immagine introducendo la seconda immagine. Un avviso apparso su un periodico del 1812 annuncia un suo spettacolo londinese in cui presenta "una
serie di paesaggi (a imitazione del chiaro di luna), che cambiano insensibilmente in varie scene producendo un effetto molto magico".
Nello stesso spettacolo il nostro imprenditore esibisce il cromotropo, una sua strana invenzione, che si basa sulle variazioni di coloranti in determinate circostanze.
Lussemberg è un anticipatore degli spettacoli che verranno presentati anche nel 1850 e negli anni seguenti.
Inserzioni ne Il diavoletto, n. 218 (8 agosto 1850) Il diavoletto, n. 309 (7 novembre 1850)
Si tratta di dipinti di una veduta esposta a 360 gradi inseriti in una stanza circolare con l'illuminazione proveniente dal soffitto così da rendere l'illusione di un paesaggio che avvolge lo spettatore.
Un anno dopo Madama Clementina Schwartz presenta a Trieste ben 100 vetri di non solo vedute, ma anche di avvenimenti storici.
ne Il diavoletto, n. 58 (9 novembre 1851)
Una parentesi interessante.
Leggendo le Memorie biografiche di Giovanni Guglielmo Sartorio scopriamo che il fortunato viaggiatore ha modo di scoprire i diorami proprio a Parigi.
Scrive nel suo diario dell'anno 1851 "vidi anche il Diorama il quadro sorprendente di verità della messa natalizia di mezzanotte in San Pietro di Roma, e mi fu data qui occasione di conoscere personalmente il celebre Daguerre, che da queste ottiche sue produzioni giunse gradatamente a scoprire l'infallibile pennello della luce, che ci alletta ogni giorno colle viventi immagini delle persone a no icare, prezioso dono per lenbire lo sconforto delle separazioni."
Anticipiamo che avendo avuto modo di studiare, catalogare e descrivere gli album fotografici della famiglia Sartorio, tutti i suoi componenti amavano farsi ritrarre dai più noti fotografi triestini, ma frequentavano pure gli studi delle città in cui solevano recarsi.
Ne dà testimonianza Giovanni Guglielmo ribadendo il pregio dei ritratti su carte de visite che accompagnavano chi si allontanava dai propri cari.
Dal 1845 Il professore "di mimica e di plastica" Luigi Keller, nato nel 1818 a Magdeburgo impresario prussiano, si dedica ai Tableaux vivants o Poses plastiques, Quadri plastici appunto. Si tratta di un "trattenimento teatrale" che mette in scena di un'immagine tratta dalla tradizione pittorica, statuaria o letteraria.
La passione per la scultura che lo aveva spinto a frequentare nella città natale lo studio dello scultore Ranch, lo induce a trasferirsi a Copenhagen. Ritornato in patria nel 1834 realizza dei cartoni con la storia di Caino "ridotta in punti drammatici di bellissimo effetto" che realizza con personaggi viventi con una "mimica piena di energia e di espressione". Il successo è inaspettato. Inizia a riprodurre le grandi opere di Canova e di Thorwaldsen con "meravigliosa esattezza". Durante la parentesi del servizio militare continua a produrre i suoi spettacoli e, godendo della protezione imperiale, fonda una scuola a Postdam che gli permette di creare i suoi quadri "in misura di vero con molte persone". Sposatosi coinvolge la giovane moglie e le sue sorelle nell'impresa di famiglia e "corse l'Olanda, Belgio, Francia e Inghilterra", in Italia sosta a Torino e nel 1847 è a Milano (1).
Il successo delle rappresentazioni è tale che lo vede itinerante per i molti teatri d'Europa e in fine carriera lo porta a New York e in varie città degli Stati Uniti.
Nel 1851 è a Trieste e si esibisce con tutta la Compagnia nel Teatro Corti.
Teatro Corti. Il Signor Keller e Madama Winther
ne "Il diavoletto", n. 71 (13 marzo 1851)
Note
1. Luigi Keller in "Il Corriere delle dame. Giornale di Mode, Letteratura, Belle Arti e Teatri", n. 38 (8 luglio 1847), p. 302-303.
Il signor Keller e la sua compagnia in "Il Vaglio. Giornale di scienze lettere ed arti", n. 33 (14 agosto 1847) stampato a Venezia. Articolo che meglio illustra la sua abile arte delle rappresentazioni.
Un non identificato Edoardo Liebich di nazionalità ungherese presenta vedute, in particolare stereoscopie, dai titoli interessanti. La sua esposizione definita Grande Panorama è una notevole attrazione nel cuore della città vicino ai portici di Chiozza.
Gli annunci compaiono su:
Gazzetta del popolo, a.2 n. 152 (19 luglio 1862), n. 161 (28 luglio 1862), n. 167 (3 agosto 1862)
E per mantenere una continuità di informazione su il Diavoletto si dà molto più spazio alla notizia del Panorama del signor Edoardo Liebich:
Il diavoletto, a. 15, n. 182, 191 (2, 21 agostoo 1862), n. 214 (9 settembre 1862)
Qualche anno dopo sul periodico Il pulcinella politico, a. 1, n. 2 del 5 agosto 1865 compare un avviso indirizzato al Rispettabile pubblico rivolto da F. Parcar che espone in via del Torrente i suoi Quadri dissolventi riprodotti con l'Agioscopo, quadri movibili o fermi di vedute di città, monumenti, edifci notevoli. Non è chiaro come funzionasse l'apparecchio in grado di riprodurre con continuità le vedute e i monumenti inserendo anche scene in movimento.
Sul periodico La scena, a. 3, n. 15 del 10 agosto 1865, a distanza di cinque giorni, si dà notizia che il sig. F. Parcar espone nella Sala americana in via del Torrente vari e scelti Quadri dissolventi grazie alla loro riproduzione che permette la visione di paesaggi, monumenti, edifici e scene particolari con alla fine un gioco di colori davvero sorprendente.